Milano. Volano pugni tra il deputato Pdl Mancuso e una guardia in tangenziale

Pubblicato il 31 Marzo 2011 - 11:07 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Da un lato un deputato e dall’altro un assistente capo della polizia penitenziaria: hanno litigato in tangenziale di Milano, verso l’uscita di Cusago. Uno si chiama Gianni Mancuso, in quota Pdl e l’altro Francesco Gravina.

«Mi ha aggredito con uno strano aggeggio nero e mi ha preso il telepass», dice uno. «Lui era arrabbiato nero, urlava che è un parlamentare», spiega l’altro. Sono finiti entrambi in ospedale uno a Novara, l’altro a Milano. Gravina poi ha presentato querela.

«Guidavo una macchina in prestito e stavo andando al lavoro, l’autostrada era trafficata. L’autobotte davanti a me ha frenato, io per evitarla ho invaso la corsia di emergenza, ma in modo parziale, con la parte anteriore destra dell’auto. Sento lo stridore di freni e dietro vedo con stupore una Lancia Delta. Fermo l’auto, scendo e mostro il tesserino che porto sempre sotto il maglione. Chiedo alla persona al volante di qualificarsi. Succede il finimondo: questi inizia a inveire, dice che è un parlamentare, che non avevo diritto di fermarlo e che non potevo neppure chiedergli i documenti», racconta Gravina.

E ancora: «A questo punto  la persona che poi ho scoperto essere l’onorevole Gianni Mancuso mi ha colpito con un oggetto. Io gli ho dato una testata. L’oggetto, che la polizia stradale mi ha detto essere un manganello spagnolo, è finito a terra. Lui si è chiuso in auto, io ho chiamato la Stradale. E anche lui ha fatto lo stesso, ma i tabulati dimostrano che la mia chiamata è arrivata prima. Mancuso afferma che gli ho preso il Telepass: figuriamoci se io rubo qualcosa dalla macchina di un parlamentare».

La versione di Mancuso invece è questa: «Sono ancora sotto choc. E’ stata una scena da film: avrei preferito non parlare di quello che è accaduto perché ha talmente dell’incredibile che non mi sono ancora ripreso. Stavo andando a Linate, l’altra mattina, dovevo prendere l’aereo per Roma. Sono stato affiancato da una persona che aveva un atteggiamento strano, allarmante. Facendomi vedere un tesserino che non ho mai potuto esaminare bene, mi ha intimato di accostare. Lui ha inchiodato davanti a me, su una tangenziale piena di auto. E’ sceso sbraitando, mostrando ancora una volta il tesserino, ma mai chiaramente. Vedendo il suo atteggiamento ho abbassato il finestrino, e lui ha infilato dentro il braccio. Mi ha preso il telepass, che io tengo sul cruscotto, appoggiato, e non attaccato al parabrezza. E mi ha detto di seguirlo. Questo signore io non lo avevo mai visto, mi faceva vedere un tesserino, ma non chiaramente, che cosa avrei potuto fare? Ero terrorizzato, pensavo a me ma anche a tutte quelle auto che erano in coda. E poi ero sulla corsia centrale quando mi ha affiancato».

La seconda fermata nell’area di sosta: «Qui è sceso e mi ha colpito con un oggetto veramente strano, smontabile. Poi ha iniziato ad attaccarsi al cellulare, a fare un sacco di chiamate. Una sceneggiata tremenda, fino a quando è arrivata la polizia stradale. E’ stata una gran brutta esperienza. Sono rientrato a Novara, sono andato all’ospedale per farmi visitare e fare le foto. Ho riportato delle contusioni, per fortuna nulla di grave. A Linate sono tornato al pomeriggio, per prendere l’aereo e andare a Roma. Quando torno deciderò cosa fare».