Paleontologia hi-tech: ecco la stampante 3D per dinosauri

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Novembre 2013 - 19:27 OLTRE 6 MESI FA
Paleontologia hi-tech: ecco la stampante 3D per dinosauri

Paleontologia hi-tech: ecco la stampante 3D per dinosauri

ROMA – In attesa che qualcuno riesca a riportali in vita per davvero, si sono inventati una stampante 3D per dinosauri: una tecnologia in grado di ottenere copie accurate delle ossa fossili dei dinosauri sulla base dei dati forniti dalla tomografia computerizzata. La tecnica, messa a punto dal gruppo coordinato da Ahi Sema Issever del Charité Campus Mitte a Berlino, è minuziosamente illustrata sulla rivista Radiology. Spesso, per proteggerli da eventuali danni,  i fossili vengono riposti in custodie di gesso, con la conseguenza che per studiare l’oggetto bisogna poi rimuovere gesso e altri sedimenti dalla sua superficie con il rischio di danneggiarlo. I ricercatori hanno così pensato di utilizzare la tomografia computerizzata per ottenere un modello digitale a tre dimensioni del fossile, per poi stamparne una copia fedele con le stampanti 3D.

”Il vantaggio più importante di questo metodo è che non è distruttivo, e il rischio di danneggiare il fossile è minimo” ha osservato Issever. Nell’esperimento i ricercatori hanno applicato il metodo a una vertebra fossile conservata nel museo di storia naturale di Berlino. Oltre ad ottenere la stampa 3D dell’oggetto lo studio ha fornito anche preziose informazioni su condizioni e integrità del fossile, mostrando per esempio la presenza di fratture multiple. Il risultato arriva in un momento in cui i progressi tecnologici stanno rendendo le stampanti 3D molto comuni.

”L’insieme dei dati digitali e le stampe 3D – osserva Issever – possono essere facilmente condivisi e le strutture di ricerca possono avere accesso a fossili rari, come quelli dei dinosauri, che altrimenti sarebbe limitato”. Proprio come la stampa di Gutenberg ha aperto il mondo dei libri al grande pubblico, per Issever ”i modelli digitali e le stampe 3D permetteranno una condivisione maggiore dei fossili che così potranno essere studiati in modo più ampio, proteggendo il reperto originale”.