Ricostruirsi l’imene non è più tabù: una moda a partire da 1200 euro

Pubblicato il 26 Gennaio 2011 - 20:29 OLTRE 6 MESI FA

Il nuovo trend nella chirurgia estetica è il rimodellamento delle parti intime. Sono diversi i tipi di intervento a cui ricorrere: la lipostruttura delle grandi labbra (da 2.200 a 3.400 euro), il lifting del monte di Venere (da 3.000 a 5.000 euro) e la vaginoplastica (da 4.000 a 5.000 euro). Ma c’è anche chi si rivolge al chirurgo per la ricostruzione dell’imene: rifarsi una verginità costa tra i 1.200 e i 2.500 euro.

Secondo la rivista americana Self, che ha condotto un’indagine proprio sull’argomento, 1 persona su 10 ha risposto che “considera la chirurgia delle parti intime come qualcosa che aiuta a sentirsi meglio e più sexy”. La paziente tipo è in genere una donna intorno ai 40 anni, professionista, che accusa un disagio dovuto alle conseguenze di gravidanze pregresse, o a oscillazioni di peso, o ancora a traumi, e che focalizza la sua attenzione su di una parte anatomica che, pur essendo nascosta, rimane il fulcro della femminilità.

Negli Usa sono comparse addirittura delle campagne pubblicitarie per incentivare gli interventi di chirurgia vaginale, che risulta essere, secondo l’American Society for Aesthetic Plastic Surgery, la terza procedura chirurgica in ordine di crescita. In Australia, uno studio recentemente realizzato da Medicare ha rivelato che negli ultimi 10 anni il numero di richieste di operazioni per il ringiovanimento vaginale è triplicato. In Inghilterra, come riporta l’Harley Medical Group, il numero di donne che si sono rivolte al chirurgo per rimodellare le proprie parti intime sono aumentate in media del 30% dal 2006 a oggi.

Ma nel 2009 le operazioni fatte tramite il sanitario nazionale inglese sono cresciute addirittura del 70% rispetto all’anno precedente. Anche la Spagna si è adeguata a questo trend: secondo la Sociedad Espanola de Cirugia Plastica Reparadora y Estetica, nonostante la crisi che ha colpito anche il settore della chirurgia estetica, penalizzandolo con una contrazione del 30%, la chirurgia ‘intima’ continua a registrare un vero e proprio boom ed è aumentata, solo nell’ultimo anno, del 20%.