Sarah Scazzi, Sabrina Misseri “tradita” dai tabulati: era vicina al pozzo in cui fu seppellita la cugina

Pubblicato il 27 Ottobre 2010 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA
Sabrina Misseri

Sabrina Misseri

Il giorno dell’omicidio di Sarah Scazzi, Sabrina Misseri si trovava nei pressi del pozzo in cui è stata seppellita la cugina. La ragazza, attualmente in stato di arresto, sarebbe stata “incastrata” dai tabulati telefonici. Infatti un sms inviato a Ivano Russo alle 15,19 del 26 agosto rivelerebbe che Sabrina si trovava vicino Nardò (il pozzo si trova da quelle parti) e non ad Avetrana, come aveva sempre sostenuto.

Le contraddizioni di Sabrina sono raccontate da Giuliano Foschini su Repubblica: sul quotidiano sono stati pubblicati anche i verbali dell’interrogatorio del 15 ottobre, durante il quale il pm Mariano Buccoliero e gli ufficiali di Polizia Giudiziaria svelarono alla ragazza che la sua versione dei fatti era di fatto “smentita” dai dati del suo telefono cellulare.

Come ha ricostruito Foschini, “Sarah potrebbe essere stata ammazzata tra le 14,10 e le 14,30. Sabrina ha un buco nella sua giornata dalle 15 – quando Mariangela la accompagna a casa – alle 15,40 circa quando arriva ai carabinieri dove sua madre e sua zia erano per la denuncia”.

Ecco il testo dell’interrogatorio.

Pm Buccoliero: “Quand’è il primo messaggio che fa a Ivano?”.

Sabrina Misseri: “17,25 o cinque e mezza mi ricordo”.

Polizia giudiziaria: “Il primo a Ivano?”

Pm: “Alle 17 e 30?”

S.: “Che lui mi risponde…”.

Pm: “Il primo è delle 15 e poi… la chiamata”.

Pg: “Quello delle 15,19 e 51 secondi. C’è Sabrina che manda un sms a Ivano in cui c’è scritto “Ti stavo chiamando è sparita Sarah””.

Pm: “Questo è il primo?”.

Pg: “Il primo sì… quando lei ha mandato questo messaggio stava con Mariangela?”.

S.: “Sì”.

Pg.: “Guardi, dalle celle telefoniche risulta che lei ha agganciato una cella di Nardò mentre la sua amica Mariangela nello stesso arco di tempo che ha fatto una telefonata al papà ha agganciato una cella di Avetrana. Mi può dire… Lei mi dice che stavate assieme e agganciate celle proprio completamente…”.

S.: “Perché pure a lei stessa dissi io “non so se chiamare Ivano o meno…””.

Pg.: “Lasci perdere il fatto di chiamare o non chiamare”.

S.: “Ma stavamo insieme però”.

Pg.: “E come si spiega questo fatto che lei aggancia una cella a Nardò, località Fattezze frazione Santa Chiara… La sua amica aggancia una cella Avetrana via XXIV maggio 22?”.

Pm.: “Sa che significa questo? Che voi non stavate insieme…”.

S.: “No, stavamo insieme… Su questa cosa io ne sono convinta”.

Pg: “Successivamente stavate insieme a Torre Colimena”.

S.: “No, io a Torre Colimena non ci sono andata”.

Pg: “No, lei aggancia una cella a Manduria, località Torre Colimena…”.

S.: “Non ci sono andata a Torre Colimena”.

Pg: “Quando vi siete incontrati a Torre Colimena con Alessio e Mariangela lei non c’è andata?”.

S.: “Io mi sono incontrata a Torre Colimena…”.

Pm: “Non si sta ricordando questa circostanza”.

S.: “Però del fatto di Ivano, c’era lei presente perché lei stava chiamando con il telefonino mio. Perché a me mi sembrava male chiamarlo che non mi parlava. Lei ha preso il telefono per chiamare e io poi dopo gli ho mandato il messaggio, a Ivano.”

Pg: “Ma com’è possibile?”.

Pm: “Qui stiamo parlando dei tabulati non delle dichiarazioni di Mariangela, va bene?”.

S.: “Ho capito”.

Pm: “… I tabulati ci dicono che state in due posti diversi nello stesso orario… Forse non è chiara la cosa”.

S.: “E io ribadisco che stavo con Mariangela”.

Pm: “Quando ha fatto questo messaggio a Ivano?”.

S.: “Sì”.

Pm: “Benissimo, quindi contrariamente a quanto risulta dai tabulati lei stava con Mariangela… Benissimo”.