Usa. Violentata da bimba, curata da disturbi post-traumatici con l’ecstasy

Pubblicato il 5 Dicembre 2012 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA
Rachel Hope con la figlioletta

CHARLESTON, STATI UNITI – La vita di Rachel Hope e’ cambiata quando, a soli 4 anni, un amico a cui la madre l’aveva affidata mentre era in vacanza l’ha ripetutamente violentata.

Da quel momento ha sofferto di disturbi post traumatici da stress (Dpts), e nessuna terapia sembrava riuscire ad alleviare le sue sofferenze. Sino a quando nel 2005 ha incontrato Michael Mithoefer, uno psichiatra e ricercatore di Charleston, in Sud Carolina, che le ha somministrato un farmaco chiamato MDMA (acronimo di 3,4-methylenedioxy-N-methylamphetamine), comunemente noto come ecstasy.

Ingerire una pastiglia di ecstasy anche solo per una volta puo’ portare a danni cerebrali irreversibili, e’ sempre stato l’avvertimento degli esperti. Ma ora sembra emergere un effetto inatteso: la droga puo’ diventare una medicina, e avere effetti terapeutici su persone che soffrono di Dpts, stimolando in loro un maggior senso di sicurezza nella rielaborazione dei ricordi dolorosi. ”Non riuscivo a chiudere con quell’esperienza”, ha raccontato la Hope, la cui agonia mentale senza sosta l’ha portata a quattro ricoveri in ospedale.

Un nuovo peggioramento per Rachel si e’ verificato nel 1991 quando e’ morto il padre, e ancora nel 1998, anno in cui scopri’ che il suo aggressore aveva molestato un’altra donna. Grazie alla cura di Mithoefer invece, il 90% dei suoi sintomi sono scomparsi, ha smesso di urlare, e di cadere nel tunnel dei flashback. Il trattamento terapeutico del ricercatore di Charleston va unito alla psicoterapia: dopo alcune sedute di preparazione dei soggetti che riportano sintomi da disordine post traumatico, tra cui diverse donne come Rachel passate attraverso il dramma dello stupro, seguono lunghi incontri durante i quali vengono somministrate dosi di ecstasy.

La sostanza, assunta sotto controllo medico, riuscirebbe a rendere meno doloroso il ricordo degli eventi traumatici, permettendo a chi li ha vissuti di parlarne in terapia e dunque di risolvere i problemi ad essi legati. L’MDMA, che nelle persone ‘sane’, da senso di eccitazione ed euforia, nei soggetti malati riduce il senso di ansia e la paura.