Bere e non “sbronzarsi” grazie alla “matematica dell’alcolismo”

Pubblicato il 3 Agosto 2011 - 16:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Quanto alcol si può bere prima di ubriacarti? Quanto si può  alzare il gomito prima di fare danni a te e agli altri?

A queste domande “estive” (e non solo) il Wall Street Journal prova a dare una risposta plausibile, inevitabilmente ingabbiata dalla formula del “dipende dai singoli casi”.

In effetti, volendo fare una guida su come godersi l’alcol senza farsi male o inciampare ogni minuto, è impossibile stilare diktat di comportamento o dare cifre assolute vista la variabile di peso, pasti effettuati, tempi di digestione e predisposizioni familiari.

Proviamoci lo stesso, nonostante sia una specie di rompicapo fare i conti con il metabolismo e cercare di dare delle direttive più o meno efficaci con tutti.

E’ la “matematica dell’alcolismo” spiegata da Samir Zakhari, direttore del National Institute of Alcohol Abuse in realtà corrisponde a semplici regole di saggezza che adottate sicuramente evitano di ubriacarsi anche quando proprio non lo si voleva.

E’ meglio bere vino piano piano, sorseggiarlo insomma, senza buttarlo giù tutto d’un colpo per poi farlo precipitare nel sangue troppo velocemente. Donne e anziani, un po’ per peso e un po’ per predisposizione, dovrebbero stare più attenti visto che si intossicano più facilmente.

Mischiare alcol e bevande gassate, inoltre fa arriva molto più velocemente nel sangue le sostanze; in più il gas accelera l’assorbimento perché irrita le pareti gastriche.

Secondo quanto spiega Zakhari, non bisogna dimenticare che “stanchezza, stress, malattia, depressione, tutti amplificano l’impatto dell’alcol sui riflessi. Il bevitore non è un arbitro attendibile, non basta che lui o lei si sentano lucidi perché lo siano davvero”.

Come uscire dai tanti dubbi? “Dallo stomaco all’intestino, il liquido finisce nel sangue dove viene trasportato al fegato, lì inizia ad essere metabolizzato attraverso gli enzimi.

Il fegato in media riesce a “frantumare” l’alcol al ritmo di un bicchiere all’ora”.