Bologna: no ai clandestini nei nidi. È guerra tra Provincia e Comune

Pubblicato il 8 Aprile 2010 - 20:47 OLTRE 6 MESI FA

Bologna - Palazzo Comunale

In un mese da commissario di Bologna, la sua prima “croce” Anna Maria Cancellieri l’ha trovata in un modulo di iscrizione agli asili nido. La decisione di applicare in maniera rigida la circolare del pacchetto sicurezza che taglia fuori i bambini con genitori clandestini ha, infatti, scatenato un vespaio di polemiche in città, fino a un conflitto istituzionale con la Provincia. Così il commissario ha scelto una mezza marcia indietro: «Chiederemo chiarimenti al ministero», ha annunciato spiegando che nell’attesa «tutte le domande saranno accettate».

Alla base della vicenda c’è proprio una casella. Quella che si trova nel nuovo modulo di iscrizione ai nidi già distribuito dagli uffici comunali: barrandola si attesta una “situazione di regolarità del soggiorno nel territorio italiano”, ma senza quella croce la domanda non può essere avallata. «Una decisione inaccettabile e non condivisibile sul piano umano», commentano due assessori provinciali, Giuliano Barigazzi (welfare) e Anna Pariani (scuola). Una bocciatura senza appello: «Il Comune – spiegano i due assessori – lede il diritto/dovere all’educazione che deve essere riconosciuto a tutti i minori, indipendentemente dalla loro nazionalità e condizione soggettiva». Per la Provincia non è vero che si è trattato solo di un’applicazione formale della legge e invita gli altri Comuni a seguire l’esempio di chi non l’ha fatto, come Torino o Genova.

La protesta contro il provvedimento è arrivata fin dentro al palazzo comunale dove una trentina di attivisti dei centri sociali e dei collettivi universitari hanno avuto un lungo e animato faccia a faccia con uno dei subcommissari. Poi la Cancellieri ha formalizzato il cambio di rotta: «Abbiamo chiesto un chiarimento al ministero», ha spiegato perché «in Emilia-Romagna il nido è riconosciuto come parte del sistema educativo e non di quello assistenziale». E dunque non sarebbe sottoposto alle nuove direttive del Governo.

Il prefetto ha ammesso «che sarebbe stato meglio pensarci prima» annunciando che per il momento «tutte le domande saranno accettate». Comprese quelle senza la tanto incriminata “croce”. Soddisfatto il Pd, che attraverso la responsabile nazionale scuola, Francesca Puglisi, ha chiesto al commissario «di ascoltare la città, poiché tutti sappiamo che gli asili devono essere aperti a tutti». Di segno opposto il leghista Angelo Alessandri: «Un clandestino qui non dovrebbe starci. Dunque neanche la sua famiglia», ha sottolineato applaudendo la scelta della Cancellieri: «Applica solamente la legge».