Genitori “usa e getta”: la giungla italiana di affidamenti e adozioni

Pubblicato il 19 Aprile 2010 - 13:26 OLTRE 6 MESI FA

Affidamento, adozione, tribunali, burocrazia. La parabola dei minori con situazioni familiari disagiate, nel nostro Paese, è fatta di storie complesse e decisioni spesso incomprensibili. Soprattutto, quasi mai c’è il lieto fine. Ora una proposta dell’associazione “La Gabbianella” chiede una modifica sostanziale della legge sull’affido: un cambiamento di buon senso che consentirebbe, in caso di adozione definitiva, di privilegiare le famiglie che hanno avuto in affidamento il bambino.

Pare grottesco ma in Italia al momento non funziona così. Ne ha scritto lunedì 19 aprile Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera raccontando storie di minori sfortunati che al trauma del distacco dai genitori, presto o tardi, sommano il trauma di perdere anche l’affetto di quelle persone che nel frattempo li hanno cresciuti e curati.

È il caso, solo per fare un esempio, della piccola Micha, una bimba data in affido ad una coppia quando aveva pochi mesi ed era stata portata in ospedale per denutrizione. La bimba rimane con la coppia per un po’, supera un inizio difficile e le cose sembrano andare per il meglio. Fino alla doccia fredda: i genitori che la hanno in affido sono troppo anziani per adottarla e la piccola Micha deve iniziare un nuovo inserimento. Senza considerare la sofferenza della coppia che l’ha cresciuta in quel periodo.

La richiesta della Gabbianella, formulata in una proposta di legge consultabile sul loro sito web, è semplice: tenere conto dei diritti del minore e privilegiare la posizione, in caso di adozione, di chi ha avuto in affidamento i bimbi. Anche nel caso di single, come la  signora Daniela Assembri, altro caso raccontato da Stella, che dopo aver cresciuto un bimbo per due anni se lo è visto portar via proprio perchè single con la beffa di non poter conoscere neppure i genitori adottivi.

La speranza, quindi, resta quella di una legge finalmente in grado di rispettare i diritti dei soggetti più deboli, quelli che le scelte del legislatore le subiscono, ovvero i minori.