Italia post covid, ricerca dice: preferiamo lavorare in smart workink, curare il benessere, no allo straordinario

Gli italiani post covid sono più attenti a benessere e all’equilibrio tra sfera privata e lavorativa. Cresce la paura dell’inflazione. Cambia lo stile di vita: preferiamo lavorare in smart workink, curare il benessere, no allo straordinario

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 4 Aprile 2022 - 10:21 OLTRE 6 MESI FA
Gli italiani sono più attenti al benessere e all’equilibrio tra sfera privata e lavorativa

Gli italiani sono più attenti al benessere e all’equilibrio tra sfera privata e lavorativa

In Italia, benessere e lavoro sono i fattori chiave in questi momenti difficili. Lo certifica l’ultimo monitoraggio di Deloitte.

Dalle sedi centrali di New York e Londra, con quasi 300mila dipendenti (impiegati in 150 Paesi)  analizza e studia come si evolvono le società, i consumi, gli orientamenti, le necessità. E molto altro ancora.

Ad esempio in questì tempi è molto attiva a studiare gli obiettivi del cosiddetto “Decennio Digitale” stabiliti dalla Commissione Europea. Sollecita i processi di efficienza, aiuta le aziende a crescere, ad essere competitive. E studia le strade giuste per un rilancio socio-economico, per ridefinire il sistema sanitario dopo il flagello pandemico, per contrastare efficacemente le emergenze ambientali e i disastri naturali. Molto è cambiato rispetto al contesto pre-Covid.

Ora in Italia vogliammo cambiare stile di vita, adottare comportamenti più sostenibili e responsabili.

Ce ne stiamo accorgendo in questo aprile in qualche modo storico. A tappe  andiamo verso la normalità. Cancellato il sistema dei colori delle Regioni. Il  green pass non lo esibiamo più sui mezzi pubblici locali.

A maggio daremo l’addio alle mascherine. Si sono allentati gli obblighi per le vaccinazioni, palazzetti e stadi sono aperti al 100%. Lo smart working è prorogato a giugno, a scuola sono riprese le gite.

Allora tutto bene? Calma. Questi due ultimi anni ci hanno scosso. Abbiamo nuove priorità, nuove abitudini, nuove preferenze. Si, anche nuove paure. Ad esempio paura di una guerra nucleare, come ha detto Luciana Castelina, scrittrice e più volte eurodeputata, una vita a sinistra, sulle barricate (Regina Coeli, la Grecia dei colonnelli, la Primavera di Praga), sui libri(finalista del Premio Strega 1965).

CAMBIAMENTI PROFONDI IN ITALIA

I dati del monitoraggio parlano chiaro. Cinque su tutti. Gli italiani hanno sempre più paura dell’inflazione (75%). Inseguono il “work life balance”, cioè l’equilibrio tra sfera lavorativa e quella privata (33%).

Preferiscono il lavoro da remoto (55%). Ricercano il benessere personale (41%), fanno molta attenzione alla sostenibilità ambientale (73%).

E ancora: il 45% degli intervistati (ben 20.000) hanno dichiarato che negli ultimi 12 mesi hanno preferito ridurre gli oggetti e beni materiali in proprio possesso. Insomma  vogliono trovare più tempo per vivere il presente a fronte di meno ore di lavoro straordinario. È un cambiamento che attraversa tutte le fasce di reddito. Sta nascendo una nuova Italia.