Barcellona-Real Madrid: le mosse di Mourinho per cercare l’impresa (impossibile?)

Pubblicato il 3 Maggio 2011 - 14:34 OLTRE 6 MESI FA

Josè Mourinho

BARCELLONA – La speranza è minima.  A detta del grande assente della serata Josè Mourinho, addirittura “inesistente!. Martedì sera, 20:45 si gioca il quinto “clasico” della stagione tra Barcellona e Real Madrid, quello che assegna il primo dei due posti per la finale di Champions di Wembley. I numeri, la partita d’andata (2-0 Barca in casa delle Merengues), gli obiettivi valori in campo dicono che è finita, che il Real è spacciato.

Eppure potrebbe non essere così scontato. Come è possibile? Da una parte in casa gioca la squadra più forte e organizzata del mondo, dall’altra risponde una squadra scossa, nervosa e piena di squalificati e acciaccati. Ma c’è, anche se non siederà in panchina per la squalifica, Josè Mourinho. E questo cambia in parte le carte in tavola. Non perché lo “special one” sia più speciale di Guardiola.  Non perché sia più bravo. Semplicemente perché è Mourinho, uno che dell’impresa, della sfida epica e dell’uno contro tutti fa la sua ragione stessa di allenare.

Mourinho qualcosa lo inventerà, anche stasera. Forse non basterà, ma il Barcellona non è atteso da una passeggiata, poco ma sicuro. In Coppa di Spagna la mossa vincente era stato il difensore Pepe spostato a centrocampo. Tra calci, sputi e contrasti aveva funzionato. A Madrid qualcuno ha storto il naso: la Coppa del Re è arrivata è vero, ma il gioco è stato un po’ come la Coppa dopo il viaggio involontario sotto l’autobus durante i festeggiamenti, ammaccato e non splendente.

Mourinho ha “tatticamente confessato” che il Barcellona era meglio provare a batterlo affidandosi solo alla “pars destruens”, rinunciando al calcio, al pallone, al controllo del campo. Una volta gli è andata bene, la seconda no. Stasera, però, è tutto diverso: se vuole provarci il Real deve giocare e segnare. E allora? Le possibili mosse di Mou sono diverse.

In primo luogo Kakà, fino ad oggi deludente tra infortuni a raffica e panchine. Contro il Barca, però, uno che dà qualità tra le linee è indispensabile e stasera il brasiliano potrebbe avere l’occasione colossale per il riscatto. Può essere un fattore. Poi i numeri 9. Mourinho ne ha a iosa: da Higuain a Benzema, passando per Adebayor. All’andata erano tutti in panchina a guardare un nervosissimo Ronaldo che da solo provava a fare qualcosa. Stasera, però, almeno uno giocherà dall’inizio, probabilmente Benzemà.

Chi conosce Mourinho sa però che potrebbe inventarsi ben altro. Una partita vale su tutte: Chelsea – Inter dell’anno scorso. Bisognava difendere uno striminzito 1-0, ci si aspettavano muro e catenaccio ma l’Inter arrivò a Londra con quattro punte portando a casa partita e qualificazione. Occhio, quindi.

Infine la “strategia della tensione”. Una cosa è certa: il Real picchierà tanto, come nelle precedenti gare. Il punto sono le espulsioni: se la sentirà l’arbitrobelga De Bleeckere di estrarre ancora cartellini rossi? Il regolamento li prevede, è vero. La furia del Real, che ha protestato per la mancata squalifica dei giocatori del Barcellona che giudica simulatori, potrebbe però portare il direttore di gara ad essere (troppo) indulgente. Mourinho lo aspetta al varco.