Calcio/ Inter: lo scudetto delle coincidenze

di Andrea Pelagatti
Pubblicato il 17 Maggio 2009 - 21:53 OLTRE 6 MESI FA

L’Inter conquista il suo 17° scudetto con due giornate d’anticipo. Fino a qui non ci sarebbe nulla di strano, ma le curiosità non mancano. I nerazzurri conquistano il titolo il 16 Maggio e non sono i soli: stessa sorte spetta al Barcellona, anch’esso senza giocare, e al Manchester United.

In questo terzetto “ l’intrusa” è l’Inter se si prende in considerazione il fatto che Barça e United si contenderanno la Champions League il prossimo 27 Maggio a Roma. Altra grande nota di colore sta nel fatto che il Milan, perdendo a Udine, regala lo scudetto agli odiati cugini interisti.

Dietro ad ogni film di successo si celano grandi protagonisti ma anche validi non protagonisti. Questo è il caso dell’Inter. Questo è lo scudetto di Josè Mourinho, capace di vincere al primo anno in Italia. Tuttavia l’impatto del tecnico portoghese con il nostro calcio non è stato dei più agevoli.

Lo special one ha dovuto rinunciare ben presto al suo credo tattico, il 4-3-3, in quanto i giocatori sui quali aveva puntato, Mançini e Quaresma, hanno dimostrato ben presto di non essere all’altezza. Da qui la conseguente cessione a Gennaio per il portoghese e tanta tribuna per il brasiliano.

Dopo alcuni passi nel vuoto l’allenatore ha puntato su un più prudente 4-1-2-1-2. Prezioso in questo schema tattico l’inserimento del giovane Santon, come terzino sinistro, il filtro a centrocampo garantito da Javier Zanetti, Esteban Cambiasso e Soulley Muntari, e la posizione da trequartista affidata a Dejan Stankovic.

In attacco, dopo diversi esperimenti, il tecnico ha affiancato con una certa stabilità Balotelli ad Ibrahimovic. I protagonisti di questo scudetto sono soprattutto Julio Cesar, Maicon, Cambiasso ed Ibrahimovic, che costituiscono anche la spina dorsale della squadra.

Julio Cesar, miglior portiere del mondo, con le sue prodigiose parate ha permesso alla squadra di portare a casa risultati molto sofferti. Maicon Douglas, oltre ad essere un rullo compressore sulla fascia destra, ha evidenziato un’ottima tecnica e un discreto vizio del goal, indicativa la sua doppietta a Siena.

Esteban Cambiasso, insieme al capitano Zanetti, ha garantito corsa e duttilità nella linea mediana. Ibrahimovic merita un capitolo a parte.

Il giocatore svedese da quando gioca in Italia non ha sbagliato un colpo. 5 stagioni calcistiche 5 scudetti (3 all’Inter + 2 revocati alla Juventus). Quest’anno lo svedese ha regalato ai propri fans numeri e gol da cineteca.

Ancora impressi negli occhi sono le magie contro la Reggina, dribbling secco fra due avversari e pallonetto favoloso, o lo strabiliante colpo di tacco volante contro il Bologna a San Siro. Nel repertorio di mago Ibra ci sono anche i calci di punizione: le sassate contro il Palermo, al Renzo Barbera, e contro la Fiorentina, a San Siro, docet.

Meritevoli di citazione sono anche le sue prodezze balistiche dalla distanza, su tutte il gol contro il Palermo e la legnata contro il Chievo, ed i suoi prepotenti stacchi aerei.

Il presidente Moratti, che ieri ha festeggiato il suo 64° compleanno, si augura che l’Inter, anche grazie ad i suoi investimenti, prosegua il monopolio in Italia e convinca (o meglio vinca) finalmente in Europa