Calciomercato Juventus: Cannavaro saluta e va a Dubai

Pubblicato il 3 Giugno 2010 - 08:17 OLTRE 6 MESI FA

Fabio Cannavaro

Sarà l’esotismo dei posti, il fascino di un calcio tutto da scoprire o quello, non meno convincente, dei dollari e dei petrodollari, ma esiste un altro calcio, lontano dai riflettori e dalle pressioni dei media, che attira i campioni sul viale del tramonto. Mete scintillanti come gli Emirati Arabi, con sceicchi pronti a ricoprire di denaro le star del football europeo; o gli Stati Uniti e il Canada, dove il calcio, anzi il soccer, da anni cerca di svilupparsi grazie all’apporto delle stelle straniere. La scelta di Fabio Cannavaro di legarsi agli arabi dell’Al Ahli di Dubai per i prossimi due anni è solo l’ultimo caso. Il primo a scoprire in Italia l’altro calcio fu Giorgio Chinaglia, l’alfiere della Lazio di Maestrelli campione d’Italia nel ’74 che, dopo la scomparsa del suo allenatore-padre putativo, lascio’ i biancocelesti per accettare la sontuosa offerta dei Cosmos di New York. Lì, ‘Long John’, oltre ad avere la possibilità di segnare caterve di gol accanto a un certo Pelé (quasi 200 in sette anni, miglior marcatore nella storia della National League) fu ricoperto di dollari grazie anche ad una clausola del contratto che prevedeva un vitalizio ventennale. Dopo Chinaglia, dall’altra parte del globo, fu Bob Vieri, il papà di Christian, a tentare l’avventura al Club Marconi, la squadra degli emigrati italiani in Australia, dove giocò fino al 1982 e dove muoverà i primi passi nel calcio anche il giovane Christian. Dall’Italia al Canada è il viaggio fatto da due ex juventini protagonisti negli anni ’70 e ’80: il difensore Francesco Morini e l’attaccante Roberto Bettega, che chiusero la carriera nei Toronto Blizzard. Per rimanere in Italia, alcuni protagonisti della Nazionale bella ma sfortunata del Mundial del ’90, scelsero la via americana. Cosi’ fece Roberto Donadoni, ai N.Y. Metrostars tra il ’96 e il ’97, e successivamente in Arabia all’All Ittihad dove ha chiuso la carriera da calciatore. Scelta a stelle e strisce anche per Walter Zenga, che nella lega americana difese i pali dei New England Revolutions dal ’97 al ’99, compreso un anno da allenatore-giocatore; e per Nanu Galderisi ai New England e ai Tampa Bay tra il ’96 e il ’97. Scelsero invece l’Estremo Oriente Totò Schillaci, l’eroe delle notti magiche, che imparò il giapponese giocando dal ’94 al ’97 nello Jubilo Iwata; e Daniele Massaro, che dopo aver chiuso col Milan finì la carriera vestendo nel ’95 la casacca arancione dello Shimizu S Pulse. Scelta controcorrente per Marco Osio, estrosa mezzapunta del Parma-miracolo di Nevio Scala che fece un’esperienza in Brasile quand’era ancora nel pieno dell’attività. Fu così che smisero di chiamarlo ‘il sindaco’ preferendogli il più esotico ‘o prefeito’ di estrazione portoghese. In controtendenza rispetto ai tanti che scelgono lidi lontani per svernare o arricchire il conto in banca di una carriera già soddisfacente, c’é chi dal Qatar è partito, salvo poi tornare sui suoi passi e approdare al calcio europeo: è il caso del laziale Mauro Zarate, prelevato due anni fa dal club dell’Al Sadd. Per lui un percorso alla rovescia.

“Non ho voluto aspettare, volevo un’esperienza diversa. Sarà un’esperienza di vita”. Così Fabio Cannavaro, al termine dell’allenamento azzurro, ha spiegato la sua scelta di firmare, questa notte all’una e mezza, un contratto biennale con la squadra Al-Ahli di Dubai. “Quando nei giorni scorsi ho parlato di estero, mi riferivo a questo – ha aggiunto il capitano della Nazionale -. Mi metterò a disposizione al ritorno dal Mondiale, la preparazione occuperà tutto luglio. Poi andrò in vacanza ad agosto”. Cannavaro, che ha lasciato intendere che Dubai sarà la fine della sua carriera, porterà con sé la famiglia. “E’ un’esperienza di vita. Imparerò un’altra lingua” ha poi concluso scherzando. Nessuna ufficialità sulle cifre dell’accordo ma tra ingaggio, premi e diritti d’immagine, il Pallone d’oro 2006 dovrebbe percepire sei milioni di euro in due stagioni.