Ciclismo: Paolo Bettini indagato per abuso d’ufficio

Pubblicato il 12 Ottobre 2011 - 21:34 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE – Paolo Bettini è indagato per abuso d’ufficio dalla procura di Padova che sta indagando su presunti casi di doping. Il ct della nazionale azzurra di ciclismo ha saputo di essere indagato perchè mercoledì mattina, alcuni agenti della guardia di finanza di Volterra (Pisa) gli hanno notificato la richiesta di proroga del termine per le indagini preliminari. Secondo l’accusa avrebbe avvertito un azzurro, Enrico Gasparotto, che sarebbe stato sottoposto ad un controllo.

L’episodio che viene contestato a Bettini risale al settembre del 2010, nella fase del ritiro azzurro premondiale in vista della gara di Melbourne, quando la squadra era a Busto Arsizio. Gasparotto era di ritorno dalla Vuelta, aveva espresso il desidero di trascorrere una notte a casa, e il ct gli fece notare che per la mattina successiva il dottor Luigi Simonetto, responsabile della commissione medica della federazione, in accordo con i vertici federali avevano predisposto gli accertamenti medici per controllare la salute degli atleti.

”Quelli non sono controlli antidoping”, dicono Bettini e il presidente federale Renato Di Rocco. E il numero uno della federciclo aggiunge: ”Tutto questo è un controsenso, il magistrato si informi”. Bettini è amareggiato e scoraggiato. Martedì aveva patteggiato una pena di otto mesi per evasione fiscale dopo aver pagato circa 2 milioni di euro dopo un accordo con l’Agenzia delle Entrate: la vicenda era dovuta alla sua residenza a Montecarlo, fittizia per l’accusa. Oggi si trova a fare i conti ancora con un magistrato che questa volta indaga sull’uso del doping.

”Non mi voglio difendere per una cosa che non ho fatto. Questo è un danno alla mia immagine. Sono allibito. Nell’ambito delle mie funzioni di Commissario Tecnico e in accordo con la Federazione ho avvertito tutti i corridori del controllo a Tutela della Salute per evitare che alcuni di loro giungessero in ritardo per gli esami. Lo faccio sempre”. La federazione difende il suo ct. ”E’ specifico compito del commissario tecnico, nell’ambito delle funzioni e nel rispetto delle direttive federali, secondo protocolli approvati dalla Federazione stessa, avvertire gli atleti degli accertamenti medici, controlli preventivi di routine a tutela della salute degli atleti che devono essere ovviamente informati”.

”La Federazione auspica – si legge in una nota – che non vi siano strumentalizzazioni legate all’episodio, in rispetto dell’alta professionalità e dell’immagine in primis di Paolo Bettini e dell’intera FCI che fa della lotta al doping uno degli elementi imprescindibili della propria attività in generale, nonchè dell’intero movimento ciclistico”.