Eboué: “Ho pensato al suicidio. Volevo accudire i cani della Regina”

Pubblicato il 24 Dicembre 2016 - 14:17 OLTRE 6 MESI FA
Eboué: "Ho pensato al suicidio. Volevo accudire i cani della Regina"

Eboué: “Ho pensato al suicidio. Volevo accudire i cani della Regina”

LONDRA – L’ex stella dell’Arsenal Eboué si è raccontato in una lunghissima intervista rilasciata al Telegraph. La Gazzetta dello Sport ne riporta alcuni passaggi in un articolo a firma di Simona Marchetti.

LA VISITA ALLA REGINA – “La Regina aveva appena finito di stringere la mano a tutti noi giocatori e stava andando via, ma quando ho visto tutti quei corgis le ho detto ‘Signora, Signora’, così è tornata indietro e mi ha chiesto come stavo, al che le ho risposto ‘sto bene, grazie, ma per favore non voglio più essere un calciatore, voglio prendermi cura dei suoi cani, portarli fuori per la passeggiata, lavarli, dar loro da mangiare e diventare un dog-sitter. A quel punto la Regina è scoppiata a ridere e con lei anche il Principe Filippo e il resto della squadra”.

LA DEPRESSIONE – “Quando vado a vedere mio figlio Mathis nell’academy dell’Arsenal, c’è sempre qualcuno che mi chiede cosa stia succedendo o se ho smesso di giocare a calcio – spiega infatti Eboué -, così sono costretto tutte le volte a spiegare la situazione e questo non fa che aumentare la mia depressione. Le persone che mi conoscono capiscono solo guardandomi in faccia che non sono felice e che non sto attraversando un buon momento, perché questo è davvero il punto più basso della mia carriera.In un’occasione volevo anche farla finita, ma il pensiero della mia famiglia mi ha trattenuto. Se fossi stato da solo, ho paura di quello che avrei potuto fare a me stesso, ma devo pensare a mia moglie e ai miei tre figli e devo rimanere forte per loro”.

LA FAMIGLIA – “A volte rimango chiuso nella mia stanza per giorni interi e comincio a pensare, ma poi mi metto a leggere la Bibbia e mi dico ‘Emmanuel, quello che stai facendo non va bene alla tua famiglia’. Sono in debito con mia moglie Aurelie per l’appoggio incondizionato che mi sta dando, perché è diventato davvero difficile vivere con me”.

KOLO TOURE GLI HA VOLTATO LE SPALLE – “Quando Kolo era squalificato, ci parlavamo sempre – confida l’ex Sunderland – . So che ha avuto delle difficoltà al Celtic, quindi posso capire perché non ci sentiamo più e non voglio dire qualcosa di brutto. Spero solo che un giorno mi richiami, ma naturalmente ci sono rimasto male, perché pensavo che la nostra amicizia fosse più forte, ma questa è la vita e cerco di prenderla nel modo giusto”.