Eto’o accusa il Camerun: “La Federcalcio vuole uccidermi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Febbraio 2013 - 10:43| Aggiornato il 27 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

MOSCA (RUSSIA) – “Se morirò, sarà perché Dio lo ha voluto”. Ecco la frase choc pronunciata da Samuel Eto’o, attaccante dell’Anzhi e bandiera della nazionale camerunense.

L’ex attaccante dell’Inter ha scatenato una polemica a distanza con i dirigenti della federazione del calcio camerunense, attaccandoli duramente e accusandoli di volere la sua morte: “Vivo con la scorta, non mangio con i miei compagni di nazionale per paura che mi possano avvelenare”, ha detto Eto’o.

La risposta della Federazione calcio del Camerun non si è fatta attendere: “Ma cosa ci guadagneremmo noi dalla sua uccisione? Abbiamo bisogno di lui vivo, non morto”, ha detto Junior Biyam, responsabile della comunicazione della Fecafoot, la Federcalcio camerunense. “Lavora per uomini potenti, che hanno interesse a destabilizzare il Camerun e il nostro calcio”, ha aggiunto il portavoce parlando con la stampa spagnola.

 

ETO’O: «SONO IN PERICOLO» – Eto’o ha replicato ancora con parole sempre più dure: «Devono capire che il calcio è di tutti e non solo per i loro interessi personali. Il problema del Camerun è lo stesso di tanti altri paesi africani. Sono in pericolo, questo è sicuro. Quando girano così tanti soldi e tu denunci il sistema, sicuramente le persone al potere non ti aiuteranno, anzi. Se morirò, sarà perchè Dio ha deciso di chiamarmi accanto a lui».