Enrico Preziosi, dalla valigia di cartone al Genoa, re del mercato del calcio che ha lanciato Borriello, Milito, Thiago Motta e nel 2010 ha già speso 60 milioni e fa affari col Milan di Berlusconi

di Franco manzitti
Pubblicato il 9 Agosto 2010 - 20:58| Aggiornato il 15 Marzo 2011 OLTRE 6 MESI FA

Enrico Preziosi

Moratti? E’ lì che si gingilla con Maicon, lo vendo o me lo tengo, quanto mi dà il Real e scherza con Ballottelli, che intanto gioca in nazionale: lo cedo o meno al Manchester City di Mancini o me lo tengo…..Galliani&Berlusconi, nel Milan dimesso di questo mercato dimesso, giocano un po’ solo con lui, appunto il joker, Enrico Preziosi, presidente del Genoa e della Giochi Preziosi e comprano dalla società rossoblù i due terzini più forti del campionato italiano passato, almeno nella loro generazione, il greco Socratis Papasthatopulos e , forse, Bocchetti, il nazionale di Lippi e di Prandelli. Si offre Ibrahimovic e loro manco rispondono….La Roma sta lì alla finestra, non può spendere e Della Valle per la Fiorentina più che una campagna acquisti fa “ a muina”, non compra, non vende, per non parlare della Juve del neo presidente Andrea Agnelli che non riesce neppure a scaricare i vecchi o i pesi morti dell’ultimo campionato fallimentare.

Insomma il re del mercato è indubitabilmente Enrico Preziosi, da Avellino, il presidente della Giochi Preziosi, l’imprenditore self made man che da una baracca di giocattoli rotti, comprata in Brianza a ventitre anni, è diventato uno dei colossi mondiali del settore  e che a cinque anni dallo scandalo della partita Genoa-Venezia di serie B, per la quale fu condannato per corruzione sportiva a sei mesi di carcere (oggi “stoppati” dalla Corte di Cassazione) e a cinque anni di interdizione sportiva (oggi scaduti e probabilmente ultrarisarciti con nuovi ruoli nella Federazione) è diventato il king maker.

Ha speso, finora perchè il mercato chiude a fine agosto, 60 milioni di euro per il suo Genoa del quale è alla guida da otto anni, ha preso giocatori da ogni parte del mondo, dal vecchio leone Toni da Roma-Bayern, ai portoghesi Eduardo e Veloso, nazionali e in gran spolvero, al devastante terzino brasiliano Rafinha, all'”ira di Dio” africano, Boateng, poi anche lui girato al Milan come si fa la carità a un parente in difficoltà economica, al giovane talento greco Tachtsidis, detto Tac, all’altro talento junior che viene dall’Argentina, Zuccolino, una specie di Maradona in erba, all’altro argentino che giocava nel Liverpool, Insua. Mica solo acquisti secchi, Preziosi ha riscattato dalla Juve completamente il mediano nazionale Mimmo Criscito e l’ala Antonio Palladino e si è ripreso dal Bari i due difensori rivelazione dell’anno scorso, Bonucci e Ranocchia. Il primo anche lui girato in prestito al Milan e il secondo piazzato in mezzo alla sua difesa. Non finisce qui. Il joker, per il quale il mercato di calcio è una vera operazione di trading umano-calcistico ha acquistato una legione di giovani talenti dai vivai del Milan e all’estero come, per esempio, il figlio del mitico Zigoni e il potente Destro, una punta di soli venti anni. Un po’ se li tiene nel Genoa, un po’ li manda a maturare in squadre di serie B, con la clausola perentoria: devono giocare almeno 30 partite nel campionato. E se no come si valorizzano?

Il mercato del presidente genoano è una specie di fuoco artificiale quotidiano che fa sognare i tifosi rossoblù, che oramai non hanno più neppure la capacità di stupirsi, tra arrivi, partenze, prestiti, rientri e tutti i giorni fanno e disfano la formazione del prossimo anno, come se fosse la tela di Penelope, con l’obiettivo inconfessato e neppure citabile per chi ha sofferto la pena della retrocessione in C, di puntare al vertice della classifica, a quello che non si può immaginare nè dire: lo scudetto, la stella del decimo titolo nazionale.

Da dove nasce tutto questo, perchè il Genoa Cricket and Foot Ball Club sembra il Manchester City degli Emiri arabi, con la differenza che Preziosi agguanta quel che vuole, brucia la concorrenza e poi gli basta un confronto faccia a faccia con il giocatore acquistato per mettersi d’accordo sull’ingaggio?

Nasce dalla prorompente forza economica del suddetto joker, la cui azienda va come un treno, dopo il clamoroso successo del suo giocattolo-simbolo di questi anni, i Gormiti (quei mostriciattoli di plastica venduti nel cellophane e a scatole) che hanno invaso recentemente gli Usa e perfino la Cina, che fu la chiave del successo del giovane imprenditore Preziosi, giunto a Honk Kong nel 1989, praticamente con le pezze sui calzoni, e da lì decollato con la formula delle esclusive di giocattoli mangia mercato, poi lanciato da una primogenitura nel lancio della tv commerciale.

Fu tra i primi a capire il messaggio del cavalier Berlusconi e delle sue tv e a comprare a basso costo campagne pubblicitarie per i suoi prodotti, dilagando sul mercato italiano, poi europeo, poi mondiale.

Preziosi è quello che ha inventato Cicciobello, bambola cult, che ancora vende ed ha poi innovato con costanza e fantasia, fino a diventare il primo in Italia, uno dei tre più forti in Europa e fino a invadere ora il mondo con i suoi mostriciattoli. In piena crisi globale, chi non può smettere di consumare? Qual è uno dei generi insopprimibili a tutte le latitudini? I giocattoloi dei bambini.

Il calcio per lui, re dei giocattoli, è stato per molti anni una strada lastricata di spine, da quando la imboccò acquistando in Brianza, dove aveva piazzato la sua azienda a Cogliate, prima il Saronno e poi il Como, passando per promozioni e scandali, fallimenti e successi, fino ad approdare al Genoa.

Genova per lui, questo avellinese, figlio di una maestra elementare e di un orologiaio che morì quando lui aveva solo sedici anni e che sbarcò a Milano con una valigia di cartone, le scarpe a punta e i calzoni a zampa di elefante e incominciò a lavorare raccogliendo i trucioli delle fabbriche di mobili della Brianza in pieno boom economico, è stato l’approdo della sofferenza prima e del successo ora.

Ci arrivò, comprando praticamente da un fallimento il Genoa, lo fece risorgere e sprofondò agli inferi con la società nell’estate del 2005, per la presunta combine dell’ultima partita con il Venezia, quella che valeva la promozione, attesa in riva al Bisagno da dodici anni.

“Non mollo disse Preziosi davanti a condanne e sberleffi (i giudici sportivi del processo davanti alla Fifa si divertivano a disegnare la sua faccia come quella di un idiota prossimo ad essere impiccato). Lo impiccarono sul serio, sportivamente con la retrocessione dalla A alla C più punti di penalizzazione.

Ma lui non mollò, sul serio come i giudici. E’ risalito lui, ma è risalita anche la Giochi Preziosi, che sotto le tempeste giudiziarie aveva dovuto un po’ allontanare da se stesso, mollando la maggioranza assoluta, ma mantenendo la presidenza e facendosi proteggere da altri azionisti forti come il fondo Clessidra e Banca Intesa.

Preziosi è uno che ci sa fare con i giocattoli e con i giocatori. Ha un fiuto per gli uni e per gli altri, che avrà pure qualche assonanza, anche se per lui i campioni del calcio sono sicuramente gli interlocutori ideali, mentre i giocattoli sono oggetti appunto “preziosi”, che sceglie con uno staff di fidati collaboratori, gli stessi da sempre, da quando tirava fuori i giocattoli rotti dai camion degli ambulanti.

Non c’è mai stato il caso di un giocatore delle sue squadre che sia sia ribellato o abbia discusso con lui, un ingaggio, un atteggiamento, una prestazione. Se li invita a cena, parla faccia a faccia, li convince e loro lo adorano per sempre.

Con gli allenatori non è diverso. Lui ha inventato Gasperini e da cinque anni è lui il tecnico di una resurrezione totale che non si sa come finirà.

Nella prima campagna acquisti per la serie A, Preziosi-Gasperini si inventarono il recupero di Marco Borriello, che divenne il capocannoniere e rilanciarono Beppe Sculli, che ora l’Inter vuole nelle sue fila.

Nel campionato successivo Preziosi pescò nella serie B spagnola Diego Milito che poi ha fatto vincere all’Inter tutto quello che ha vinto e nel Barcellona il rottame di Tiagho Motta, un altro degli artefici dei successi morattiani. In quella campagna di mercato dell’anno scorso Preziosi fece vacillare i suoi tifosi ed anche un po’ Gasperini, vendendo quei gioielli e non azzeccando del tutto i sostituti.

Quella di adesso sembra un’altra campagna e i genoani, per altro riservati e pessimisti di natura, non sanno più neppure come commentare. D’altra parte Preziosi a Genova non si occupa più solo di calcio e ha stretto una inedita alleanza con le famose Cooperative rosse, lui amico del Cavaliere e mancato deputato di Forza Italia (rifiutò due volte la candidatura) e sta combinando grandi affari immobiliari con Coop Sette, sotto il marchio di Assobello, un nome che ricorda Cicciobello e che vorrebbe avere la stessa fortuna nel mattone di quella che ebbero le bambole nei giochi.

Compra alberghi, parcheggi, costruisce torri e non solo in Liguria. A novembre il titolo Preziosi dovrebbe essere quotato in Borsa. E il Genoa? Sarà partito in un campionato nel quale punta chissà dove. Per scaramanzia tutti tacciono e più di tutti lui il joker, famoso anche per sue cabale. Da buon avellinese che non scorda le sue origini.