Giro d’Italia, Daniele Martin vince la Canazei-Sega di Ala e riapre tutto. In difficoltà Bernal, Caruso sogna

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 26 Maggio 2021 - 19:49 OLTRE 6 MESI FA
Giro d'Italia Yates

Giro d’Italia, Yates vince la Canazei-Sega di Ala e riapre tutto. In difficoltà Bernal (foto ANSA)

Giro d’Italia, clamoroso, prime crepe nella galoppata di Bernal che perde 56” da Yates (e tre da Caruso) ma resta maglia rosa. Sale al secondo posto uno straordinario Caruso, vince la tappa trentina l’irlandese Daniele Martin, 34 anni, un veterano del pedale, che nel suo palmares ha pure due tappe al Tour e due alla Vuelta. Gli mancava il Giro d’Italia. Aspettava questo giorno da undici anni. E finalmente è arrivato. Nel migliore dei modi per uno scalatore di lungo corso come è lui.

Caruso accorcia e sogna la maglia rosa drl giro

Dopo 50 chilometri si è infilato nella fuga di giornata, non ha fatto una piega sul passo di San Valentino (1.315 metri) né nella successiva discesa verso Chizzola. A 10 km dal traguardo ha salutato gli ultimi compagni d’avventura ed ha costruito una irresistibile crono scalata. Ha fatto il vuoto. A 50 metri dalla linea d’arrivo, quasi incredulo di aver battuto Bernal, Almeida e Simon Yates, ha cominciato a sorridere. Ai 40 ha alzato le braccia al cielo dopo aver dato una sbirciata alle sue spalle. Ai 10 metri di è dato un colpetto in testa per tenersi sveglio e assicurarsi che non sognava. A 14” è arrivato Almeida, a 29” Yates. Poi due magnifici azzurri: Ulissi e Caruso a 1’22”.

Giro, Bernal torna umano

Settimo un Bernal in evidente crisi, pilotato dallo scudiero Martinez grazie al quale ha limitato i danni. Il colombiano è incappato in una giornata storta (capita col primo caldo e dopo una giornata di riposo) o c’è dell’altro? È tornato il mal di schiena?

Egan subito dopo aver superato la linea d’arrivo non ha cercato scuse. “Oggi Yates è stato più forte. Sono contento di aver ceduto solo qualche secondo a Caruso. Per me conta arrivare in maglia rosa a Milano. Non importa se con un vantaggio di un secondo o un minuto. L’importante è vincere“.

E gli altri azzurri? Ciccone è Nibali sono caduti, Formolo ha fatto molti passi indietro; Monumentale Bettiol al servizio di un Carthy in crisi nera. Ottimo Moscon, come al solito. In evidenza pure Fortunato e Ulissi.

Gianni Moscon e Filippo Ganna, le locomotive azzurre di Bernal al Giro

Se Bernal comunque Bernal ha fatto quel che ha fatto al suo primo Giro d’Italia non è solo in virtù del suo straordinario talento di scalatore. E non solo. Molto lo deve anche  a due angeli custodi che lo hanno protetto in gruppo al riparo del vento, pioggia, strappi degli altri big pronti a coalizzarsi pur di batterlo. Che lo hanno pilotato sulle salite più arcigne fino agli ultimi chilometri per poi lasciargli la scena della vittoria  in solitaria, come è accaduto a Campo Felice (tappa e prima maglia rosa) e poi a Cortina il giorno  precedente il secondo riposo. Due gregari di lusso, generosi e talentuosi, due guide affidabili che gli hanno fatto da apripista e dettato i tempi sul campo, anticipando spesso le direttive impartite dalla ammiraglia. Due così sono rari. Due come Super Pippo e il ritrovato Moscon, mattatore al Tour of the Alps 2021.

Certo, poi lui ha completato il gioco di squadra con la zampata finale imperiosa, spettacolare. Dice il suo talent scout Gianni Savio, piemontese di Biella, oggi manager del Team Androni Giocattoli-Sidermec e pure c.t. della Nazionale del Venezuela :” Faccio questo mestiere da 36 anni. Di corridori forti ne ho visti tanti ma nessuno forte come Egan. Oltre all’immenso talento ha serietà e ambizione”.

Giro d’Italia, domani tappa Rovereto-Stradella 

Tappa numero 18 ( giovedì 27 maggio ), da Rovereto di Trento a Stradella (Pavia). Tappa facile solo in apparenza. Intanto ci sono 231 chilometri da sciroppare. E non è una passeggiata  a questo punto del Giro anche se è gradevole attraversare il paesaggio dei vigneti dell’Oltrepo’. Però ci sono 35 km con strappi abbastanza impegnativi e discese molto tecniche. Occorre cautela. Dopo Cremona potrebbero esserci sorprese. I continui saliscendi negli ultimi 30 km sono insidiosi. Occhio.