Inter, Mourinho: “Sento il rumore della Roma, Sensi rispettami”

Pubblicato il 5 Maggio 2010 - 09:39 OLTRE 6 MESI FA

Josè Mourinho

Rompe il silenzio e lo fa a modo suo, provocando un rumore assordante. Dopo mesi di assenza dalle conferenze stampa, almeno nelle competizioni italiane, José Mourinho torna a parlare, e a far discutere, con una performance-fiume alla vigilia della finale di Coppa Italia con la Roma.

All’inizio respinge le polemiche post Lazio-Inter, (“non parlo di campionato da due mesi e mezzo e sono qui per parlare di Coppa Italia”), poi il portoghese alla prima occasione vira all’improvviso e replica al presidente giallorosso Rosella Sensi, che aveva parlato di una vittoria di cui vergognarsi.

“Bisogna vergognarsi solo se si ruba – dice Mourinho -. E se noi siamo arrivati a questo punto a giocarci tutto non solo meritiamo rispetto, ma esigiamo rispetto. La signora può essere presidentessa, dottoressa, può essere nata in una culla dorata ma deve darci rispetto”. Lo stesso che chiede anche capitan Zanetti: “Le chiacchiere non ci interessano, bisogna avere rispetto per l’Inter che si è sempre mostrata squadra di grande correttezza”. Eppure l’esperienza di Lazio-Inter ha segnato il tecnico nerazzurro. “Domenica scorsa ho vissuto un giorno di grande pressione perché per la prima volta nella mia carriera sapevo di poter perdere lo scudetto – spiega -. Detto questo, le rivalità tra le tifoserie romane non mi interessano. Quando sento parlare di certe cose mi viene da ridere.

Io per vincere quella partita ora sono costretto a rinunciare per infortunio a Lucio e Sneijder. Inoltre durante questo campionato i giocatori dell’Inter che giocano in altre squadre contro di noi sono sempre i migliori in campo, come Burdisso, Rivas, Meggiorini, Jimenez. E i portieri che giocano contro di noi sono sempre fantastici, come Muslera che in tre partite ha sempre parato tutto. E invece i romanisti che giocano contro la Roma escono all’intervallo e i portieri sembrano colpiti dalla sindrome coreica e al primo tiro fanno entrare il pallone”. Alla vigilia del possibile primo titolo della stagione, e con la speranza della tripletta, Mourinho decide però di spiazzare tutti quando gli si chiede del suo futuro all’Inter, nella settimana in cui il presidente Moratti e Tronchetti Provera hanno auspicato di prolungargli il contratto (che prevede altre due stagioni). Così risponde: “Non posso dire che resterò al 100 per cento, nel calcio non si può mai dire una cosa del genere. Zero titoli? Non sarebbe un dramma se lotti fino alla fine in tutte le competizioni. Se vinciamo tre titoli é storico, due o uno è bello, se non ne vinciamo non è una vergogna. Giochiamo ogni tre giorni mentre altri sono in vacanza e, ironia del destino, il calcio italiano spera che alziamo la coppa per mantenere il ranking Uefa”. Non mancano gli elogi per la Roma, che Mourinho ha sempre indicato come possibile avversario su vari fronti, ma il portoghese contesta il fatto che la finale si giochi in casa sua. “La Roma due anni fa ha giocato contro l’Inter fino alla fine del campionato. Una rosa così non poteva continuare il campionato come aveva iniziato: pareva logico che finisse almeno fra le prime quattro – considera – Poi ha approfittato di un periodo che mi ha fatto smettere di andare in conferenza stampa e si è avvicinata fino a superarci.

Ora ha la fortuna di giocare la finale di coppa Italia in casa, che è una cosa unica al mondo, perché non conosco altre coppe nazionali che si chiudano in casa di una delle finaliste. Non mi sembra corretto, ma non sono nessuno per cambiare”. L’ex tecnico del Chelsea forse però dimentica che quando allenava i Blues poteva giocare l’ultimo atto della FA Cup nella sua Londra, seppur nello stadio neutro di Wembley, mentre ricorda bene cosa significhi la data del 5 maggio. “Per me è il giorno della morte di Napoleone – assicura -. Non sono nato interista e non ho seguito quella storia. Per me il 5 maggio è solo quello. E spero che domani sia una grande partita, per la pace e per la festa. Se i giocatori e i tifosi della Roma non vogliono questo, non è un mio problema. Noi vogliamo solo giocare e vincere, e non abbiamo paura di notti insonni e simulazioni sul campo perché le abbiamo già vissute a Barcellona”. Per la sfida di domani l’Inter dovrà rinunciare come detto a Lucio, ma anche a Sneijder. Per l’olandese si tratterebbe ancora di un affaticamento muscolare, forse una ricaduta dell’infortunio che lo aveva tenuto in dubbio per la semifinale di ritorno di Champions League. Recuperato invece Pandev, che però partirà dalla panchina.

Due le soluzioni possibili per Mourinho: l’utilizzo del modulo col rombo di centrocampo, spostando Stankovic in posizione di rifinitore, o la riproposizione del 4-1-4-1, con Maicon e Etòo esterni di centrocampo e Milito punta unica. Vincere un titolo il 5 maggio servirebbe in parte a riscattare questa data nella storia nerazzurra, famigerata per lo scudetto sfumato nel 2002. “Quella resterà una ferita aperta per sempre”, dice Zanetti.