Roma, altro sfogo di Ranieri: “Totti, un uomo solo. Pizarro non ti guarda in faccia. Preparazione avveniristica”

Pubblicato il 3 Marzo 2011 - 19:15 OLTRE 6 MESI FA

Claudio Ranieri

ROMA – Persa la panchina, ritrovata la lingua. L’ex allenatore della Roma Claudio Ranieri continua a togliersi, l’uno dopo l’altro, tutti i sassolini dalle scarpe. Sono 10 giorni che non allena più i giallorossi e si contano già due interviste fiume, tutte con nomi e cognomi, per spiegare che cosa non ha funzionato tra lui e la Roma.

Nel dopo Juventus, ma è un dettaglio, non funzionò esattamente così: eppure la separazione fu persino più traumatica. Ranieri, però, stavolta ha una gran voglia di puntualizzare, spiegare e precisare. Allora, dopo la chiacchierata col Tg1, il tecnico di Testaccio stavolta ripercorre l’anno e mezzo di Roma con in un’intervista al settimanale l’Espresso.

A Roma si parla e non poco di una preparazione atletica sbagliata. Lo dimostrano le tante rimonte subite e lo ha detto, neppure troppo tra le righe, mister Vincenzo Montella dopo il pareggio con il Parma.

Ma per Ranieri non c’è nessun errore, anzi: “Era semplicemente avveniristica, ma quando non conosci l’argomento e sproloqui per convenienza, malafede o pigrizia ragionare su cambi di direzione o tecniche anaerobiche è patetico. Capanna, il preparatore atletico, è un luminare, gli hanno attribuito anche il premio di categoria. Le faccio una domanda io adesso: perché la Roma da Taddei a Brighi, passando per Mexes e Riise fino a Perrotta, correvano sempre e solo i soliti? Dopo i 18 anni, anche se è dura, bisogna decidere cosa si vuol diventare da grandi. Sai che penso? Che questa squadra non ha bisogno di altri alibi, deve vincere tirando fuori tutto meno le scuse altrimenti non ne usciranno e il mio gesto si rivelerà del tutto inutile”.

Ranieri, poi, non risparmia i giocatori. Ne ha per Francesco Totti, definito “molto più solo di quanto non appaia” nello spogliatoio della Roma. Il tecnico ricorda poi la contestatissima sostituzione di Marassi, quando Totti giocò solo quattro minuti: “Lo rifarei, era influenzato. Gioca chi è in forma e Totti è un campione che in un minuto può cambiare volto e senso a una partita. Comunque non abbiamo mai litigato”.

Critiche ancora più dure per altri due giocatori chiave, David Pizarro e Marco Borriello. Sul centravanti Ranieri spiega: “Voleva giocare sempre, ma non è che nel Milan fosse costantemente titolare. Lo faccio partire dal 1’ con il Napoli e non vede un pallone, due giorni dopo analizziamo la gara, glielo faccio notare e mi risponde: ‘Ero stanco mister, venivo da tre partite consecutive’. Allora non capisco forse sono tardo io: se sei stanco perché dovrei farti giocare anche la quarta e la quinta partita consecutiva?”.

Su Pizarro e la sua lunga esclusione dalla prima squadra l’ex tecnico precisa: “Non mi guardava mai negli occhi. Io sono diverso, per me la sincerità è fondamentale”. Quindi la sua versione sul “caso” Pizarro: “”David da tempo aveva problemi al ginocchio. Fin dall’estate si era allenato poco e male, non era pronto (ha giocato la Supercoppa a Milano senza allenamento, ndr) più lo difendevo dandogli il tempo di guarire più trovavo insinuazioni continue sui giornali. Siccome non sono un’idiota l’ho preso molte volte da parte: ‘hai dei problemi con me? Ti ho trattato male? Dimmelo in faccia, se ho commesso un torto non ho paura di ammetterlo sono fatto così, non da ieri.’ Risposta: ‘No mister, nessun problema’”.

Quanto ai risultati deludenti di questo secondo anno, per Ranieri, la colpa è della situazione societaria e dei tempi lunghi della cessione: “Le troppe voci, le false notizie, forse arriva questo, forse quello, domani firma Angelini, poi Angelucci, poi la notizia dello sbarco americano ha propagato il caos definitivo. La macchina è finita fuori strada e poi si è fermata”.

Critiche, insomma, tante. Di autocritica, invece, solo un cenno, un “potevo andarmene prima” che sa soprattutto di rimpianto. Ma forse, la scottatura è troppo recente e prevale ancora l’amarezza.