Ibra squalificato, salta la Juve: “Che cazzata”. E non è la prima…

Pubblicato il 6 Febbraio 2012 - 20:24 OLTRE 6 MESI FA

Zlatan Ibrahimovic (LaPresse)

MILANO – Ibra si becca tre turni di squalifica, Ibra salterà la Juve. Il giudice sportivo non ha perdonato lo svedese, reo di aver colpito con uno schiaffetto ad Aronica del Napoli: tre turni di stop e addio sfida scudetto.

Lo stesso attaccante milanista ha ammesso di aver commesso una leggerezza, anzi “una cazzata”, come ha detto ai microfoni di Striscia la Notizia, che gli ha conferito il Tapiro d’Oro. Galliani ha recriminato per la decisione della giustizia sportiva, provando a minimizzare l’epidosio: “E’ stato solo un buffetto”.

Non è la prima volta che un gesto inconsulto costa caro all’asso svedese:  in passato ha gia’ saltato una sfida scudetto per squalifica e fu proprio un Milan-Juventus, come quello in calendario il prossimo 25 febbraio. Si torna indietro al 2005: lo svedese in bianconero gioca la sua prima stagione italiana mostrando il suo repertorio da cannoniere spietato e le maniere ruvide da ragazzo che si e’ fatto largo nel ghetto di Malmoe. Il 20 aprile 2005 contro l’Inter, l’attaccante reagisce alle provocazioni di Mihajlovic con una testata e poi colpisce Cordoba al collo con il braccio teso. Si sorvola sui primo episodio, il secondo con la prova tv costa a Ibrahimovic due giornate di stop, piu’ una terza per l’ammonizione in diffida. Senza di lui la Juventus di Capello batte Lazio, Bologna e Milan, spianandosi la strada verso lo scudetto in seguito revocato per Calciopoli.

Per Capello ”Zlatan e’ piu’ genio che sregolatezza. Da’ botte e ne prende, ma non accetta che gli mettano le mani addosso”. Lo ricorda bene l’arbitro Dondarini, schiacciato fra lo svedese e Dacourt che si scambiano ‘carezze’ in un Roma-Juventus di coppa Italia (1 febbraio ’06): espulsione, una giornata di squalifica e multa dalla societa’, perche’ recidivo in atteggiamenti inutilmente aggressivi verso avversari.

Oltre ai gol, su Youtube si trovano non pochi video di Ibrahimovic a muso duro, che punta l’indice minaccioso, o manda a quel paese allenatori (vedi Mancini) e tifosi. Quelli dell’Inter il 9 maggio 2009 fischiano l’attaccante (allora nerazzurro) e sono ricambiati con un gol e un gesto volgare piu’ da ultra’ che fuoriclasse.

Cintura nera di taekwondo, lo svedese d’origine croato-bosniaca sa usare le sue doti acrobatiche per segnare ma a volte va oltre. Basta chiedere ai suoi compagni Strasser (al Milan) e Wilhelmsson (in nazionale), che ne hanno saggiato le abili mosse ‘per scherzo’. Nel ‘collegio’ di Barcellona si e’ limitato a minacce e risse sfiorate con Guardiola, poi anche le rigide regole comportamentali del Milan a volte sono andate strette a Ibra, protagonista della rissa con Onyewu a Milanello (16 settembre 2010) e (un mese dopo) di un battibecco in diretta tv con Arrigo Sacchi, un’icona rossonera.

A sangue caldo anche in un’amichevole come quella del 2 gennaio 2011 contro gli arabi dell’Al Ahli, Ibrahimovic nella passata stagione perde la lucidita’ nel momento cruciale. Il 13 marzo un pugno a Marco Rossi del Bari gli costa 3 turni, ridotti a 2 ma sufficienti a fargli saltare il derby: i rossoneri perdono a Palermo, ma con Pato e Cassano demoliscono i nerazzurri. Ibrahimovic torna il 10 aprile contro la Fiorentina, ma i nervi sono ancora tesi e all’86’ si fa espellere per un insulto al guardalinee. Questa volta le giornate di stop sono 3 senza sconti, oltre alla multa del Milan che vuole dare un segnale allo spogliatoio. La squalifica crea tensione ma la squadra di Allegri conferma di saper vincere anche senza la sua stella: batte Sampdoria, Brescia e Bologna, e lo svedese rientra in tempo per la festa scudetto all’Olimpico contro Roma.