Mondiali. La goleada del Portogallo tappa la bocca alle tv della Corea del Nord

Pubblicato il 22 Giugno 2010 - 11:38 OLTRE 6 MESI FA

Una sconfitta da shock. Le strade di Pyongyang erano vuote ben prima della straordinaria trasmissione diretta del match con il Portogallo, un’occasione unica del suo genere in Corea del Nord, ma dopo la goleada incassata (7-0) dai ‘chollima’ (i cavalli alati), sulla capitale e sull’intero Paese è sceso un silenzio irreale, seguendo i commentatori tv che hanno smesso di parlare quando il punteggio ha assunto contorni tennistici e inimmaginabili alla vigilia.

Il Chosun Sinbo, il quotidiano pro-Corea del Nord stampato a Tokyo che ha addirittura mandato un inviato in Sudafrica, ha riferito, all’indomani del tracollo, che “la metropolitana e gli autobus funzionavano, ma erano vuoti”, in prossimità del fischio d’avvio della partita e un manager di una fabbrica di abbigliamento ha ammesso che erano stati rivisti gli orari di lavoro per consentire ai dipendenti di tornare a casa in tempo utile per seguire l’incontro. La Kcna, l’agenzia ufficiale del regime, ha per tutta la giornata di lunedì diffuso note su note relative alle ‘aspettative crescenti’ nei confronti della squadra, a maggior ragione dopo la promettente prova contro il Brasile.

La partita, ha ricostruito l’agenzia Yonhap, è stata commentata con i soliti toni della propaganda da telecronista e da professore dell’Istituto di scienza ed educazione fisica di Pyongyang. In avvio, i commenti erano più che positivi, in ragione anche della Corea del Nord che teneva testa ai più quotati rivali, fino al primo disappunto: il vantaggio di Raul Meireles al 29′ pt. Poi, lo stupore del primo quarto d’ora del secondo tempo, con la tripletta portoghese che ha tramortito i ‘cavalli alati’ e i loro fan, facendo sparire del tutto la telecronaca televisiva. Le immagini, del resto, non avevano bisogno di commenti e l’impietoso punteggio si rifletteva sull’incredulo volto dei giocatori.

Il ‘caro leader’ Kim Jong-il si dice abbia una vera passione per il calcio. Moon Ki-nam, manager dell’ex team della Corea del Nord che disertò in Corea del Sud nel 2003, riferì che il dittatore “ha giocato a calcio da quando era ragazzino e che ama lo sport. La nazionale è stata sempre invidiata dagli altri atleti, perché sempre dotata dei migliori attrezzi”. Un funzionario di intelligence della Corea del Sud ha riferito che “Kim Jong-il è stato notato meno di frequente nelle sue visite in giro per il Paese, proprio da quando ha avuto inizio la Coppa del mondo. Probabilmente perché guarda le partite più importanti fino all’alba e via satellite”.