Rissa Samp-Genoa, l’ultrà fermato: “Ho usato il coltello solo per difendermi”

Pubblicato il 14 Giugno 2012 - 09:45 OLTRE 6 MESI FA

Il derby di Genova (LaPresse)

GENOVA – Mattia M., dopo gli scontri tra i tifosi del Genoa e quelli della Sampdoria avvenuti nella notte tra sabato 9 e domenica 10 giugno dove erano rimasti feriti 5 tifosi doriani, si è costituito. Il giovane ha rilasciato questa intervista a Il Secolo XIX: “Il coltello? Me lo porto sempre addosso, ogni volta che mi muovo. Il fatto che ce l’avessi in tasca, sabato scorso, non significa nulla. Vero è che l’ho usato, ma solo per difendermi“.

Numerosi testimoni sostengono che quella sera lei non fosse da solo. Ci può spiegare come si sono svolti davvero i fatti? “Posso parlare solo delle mie azioni, come ho già detto agli investigatori della squadra mobile. Sono stato io a buttarmi in mezzo ai tifosi blucerchiati, senza l’aiuto o il sostegno di nessun altro“.

Quindi sarebbe stato lei a innescare il parapiglia e poi la violenza? “Quella gente festeggiava e mi dava sui nervi. Mi sono avvicinato e gli ho detto: “Che c….o avete da festeggiare? Andate in centro a fare casino”. La reazione non si è fatta aspettare: uno dei doriani mi è venuto incontro dicendomi: “E tu chi sei, che cosa vuoi?”. Non ci ho visto più, ho estratto dai pantaloni una bomboletta di spray urticante e gli ho spruzzato in faccia un po’ di gas“.

Lei ha usato lo spray prima di essere aggredito fisicamente? “Nessuno mi aveva ancora toccato. Ho affrontato prima il tifoso che mi ha risposto in malo modo. Poi sono arrivati gli altri. Non posso dire con esattezza quanti fossero. Penso quattro o cinque. Mi sono saltati letteralmente addosso. È in quel momento che è iniziato il parapiglia. Nella confusione ho temuto il peggio e allora ho tirato fuori dalla tasca il coltellino”.

Che coltello era? “Il coltellino a serramanico che mi portavo sempre in giro. Sabato scorso ce l’avevo in tasca, come al solito. Non immaginavo che poi l’avrei usato”.

Invece a un certo punto l’ha tirato fuori.. “Ero accerchiato. Quelli mi stavano sopra. Ho estratto il coltello e ho iniziato a menar fendenti a destra e a manca, senza badare chi stessi ferendo”.

Però si è accorto di aver ferito delle persone? “In quel momento stavo cercando solo di difendermi. Di tenere a bada i tifosi blucerchiati che volevano farmi del male. Con il coltello sono riuscito a tenerli lontani”.

Poi che cosa è successo? “Con la coda dell’occhio ho visto che un gruppo di doriani che si stava armando con mazze e bastoni. Stavano venendo verso di me. Sono scappato. A piedi, non in macchina. Quella l’avevo usata per raggiungere via Geirato. Ma poi me ne sono andato via con le mie gambe“.

Il coltellino e la bomboletta spray dove sono finiti? “La bomboletta l’avevo buttata a terra subito dopo averla usata contro il primo tifoso che mi era venuto incontro, poco prima che iniziasse lo scontro vero e proprio. La lama invece l’ho gettata nel Bisagno, quando mi sono allontanato. Ma non so dove, non mi ricordo bene. Il giorno dopo mi sono liberato anche della camicia blu che indossavo quella sera“.

E adesso? “Mi sono costituito perché volevo assumermi le mie responsabilità. Ma voglio che si sappia: sabato scorso ho usato il coltello, sì. Ma non era mia intenzione uccidere. Volevo solo difendermi“.

È accusato di un reato molto grave, teme di finire in carcere? “L’avevo messo in conto. L’altro giorno, in questura, mi ero portato dei vestiti perché pensavo che sarei finito a Marassi. Ma non è successo. E ora non mi rimane altro da fare che attendere la decisione della magistratura”.