Bossi a Berlusconi: “Scansati, fai spazio ad Alfano”. Quota 316 lontana

Pubblicato il 8 Novembre 2011 - 12:55 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi (LaPresse)

ROMA – In mero ordine cronologico l’ultimo siluro alla nave che imbarca acqua di Silvio Berlusconi lo spara Umberto Bossi. E’ da poco passato mezzogiorno quando il leader della Lega spiega: “Abbiamo chiesto a Berlusconi di fare un passo di lato, laterale”. Poi Bossi fa capire, con una battuta, che Angelino Alfano premier gli andrebbe bene: “E chi ci mettiamo, il segretario del Pd?”.

L’orario non è casuale. Alle 12:28, quando l’Agi ribatte le dichiarazioni del leader leghista, è ormai chiaro che quota 316, per Berlusconi, è una chimera. Il rendiconto dello Stato passerà lo stesso, visto che le opposizioni hanno scelto l’astensione. Ma non è una tregua. E’ la storia del cinese in riva al fiume: se la quota del governo dovesse rimanere inchiodata attorno ai 311-312 l’opposizione presenterebbe immediatamente una mozione di sfiducia. E l’esito, stavolta, sarebbe incerto visto che anche la Lega tentenna.

Non è causale neppure la scelta del termine “laterale”. Bossi non chiede, come tutti, il passo indietro. Chiede a Berlusconi di “scansarsi” e permettere ad un uomo a lui vicino, Alfano appunto, di prendere il comando del governo con l’attuale premier in qualche modo “di fianco”. Resta da capire se l’Udc sia in qualche modo possibile da convincere su di uno scenario simile.

Dopo il pranzo di lunedì, quello in cui il premier si è detto pronto a guardare negli occhi i traditori in Aula, Berlusconi ha preso il telefono e ha iniziato a chiamare a raffica gli indecisi. Il Giornale segnala ben cinque chiamata a Ida D’Ippolito in poche ore. Non sembra essere servito. Tra i frondisti, a poche ore dal voto sul rendiconto dello Stato, sembrano essere arrivati solo i sì di Giorgio Stracquadanio e di Isabella Bertolini. Astensione, invece, dagli altri scontenti compresi quelli giudicati alla vigilia “recuperabili” come Giancarlo Pittelli e Antonio Buonfiglio. Così, il pallottoliere della maggioranza è fermo attorno a quota 311. Troppo pochi per andare avanti. Abbastanza, invece, per permettere all’opposizione di tentare una nuova spallata.

Quota lontana anche perchè “i deputati della Svp saranno presenti in Aula e non parteciperanno al voto sul Rendiconto dello Stato. Qualora non abbia la maggioranza dell’Aula nel voto di oggi il Presidente del Consiglio tragga immediatamente le dovute conseguenze”. E’ quanto ha dichiarato Siegfried Brugger a nome dei deputati Svp. I deputati del Svp sono due.