“Uno, nessuno, centomila”con Enrico Lo Verso, omaggio a Pirandello al Teatro Sala Umberto di Roma

di Francesca Cavaliere
Pubblicato il 20 Aprile 2017 - 12:00| Aggiornato il 28 Aprile 2017 OLTRE 6 MESI FA
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“Uno, nessuno,centomila”con-Enrico Lo Verso, omaggio a Pirandello al Teatro Sala Umberto di Roma

ROMA- Un omaggio a Luigi Pirandello nel 150esimo anniversario della sua nascita al Teatro Sala Umberto di Roma:  fino al 30 aprile  è in scena “Uno, nessuno, centomila con un testo teatrale riadattato dalla regista Alessandra Pizzi nella forma di un monologo a cui dà voce l’attore siciliano Enrico Lo Verso.

Come  nell’omonimo romanzo terminato nel 1926 dell’autore di Girgenti , anche nel testo della Pizzi  il protagonista, Vitangelo Moscarda, o Gengè, come lo chiama la moglie, mette in discussione se stesso e la propria vita a partire da un dettaglio, una imperfezione del suo naso. Rimane la tragedia dell’uomo che scopre improvvisamente di essere estraneo a se stesso di non essere “uno”, ma “centomila” altri costruiti dagli altri a modo loro, con tante diverse personalità quante gli altri gliene attribuiscono.

“E un altro romanzo ho anche per le mani, il più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita: Moscarda, uno, nessuno e centomila” , diceva lo stesso Pirandello nella famosa Lettera autobiografica pubblicata da Filippo Sùrico sulla rivista romana “Le lettere” il 15 ottobre 1924, ma risalente agli anni 1912- 13.

Spiega la regista Pizzi parlando del suo testo:

“Le cento maschere della quotidianità, lasciano il posto alla ricerca del SÉ autentico, vero, profondo. L’ironia della scrittura rende la situazione paradossale, grottesca, accentua gli equivoci. La vita si apre come in un gioco di scatole cinesi, e nel fondo è l’essenza: abbandonare i centomila, per cercare l’uno, a volte può significare fare i conti con il nessuno. Ma forse è un prezzo che conviene pagare, pur di assaporare la vita. Uno, nessuno e centomila “apre”, la mente a riflessioni e a dubbi, il cuore alla ricerca della propria essenza, ma soprattutto apre alla vita, affinché scelga la forma migliore con cui rappresentare l’individuo”.

“Una specie di  seduta psicoterapeutica, in 70 minuti, la pièce interpretata da Enrico Lo Verso, che veste i panni di Vitangelo Moscarda, ‘l’uomo senza tempo’. ”Uno spettacolo che rompe gli schemi – ha detto ancora la regista- toccando uno dopo l’altro i conflitti di un’esistenza. Il rapporto con i genitori, i dubbi sulla provenienza, il rapporto dei generi, la ricerca dell’identità ed, in fine, l’affermazione di sé”.

“Il Vitangelo Moscarda interpretato da Lo Verso diventa uomo di oggi, di ieri, di domani. Ed il testo diventa critica di una società che oggi, come cento anni fa (quando il testo fu concepito), tende alla partecipazione di massa a svantaggio della specificità dell’individuo. Ma la sua è una critica volta ad un finale positivo, la scoperta per ognuno di essere stessi, dentro la propria bellezza. L’interpretazione, non manca di ironia e sagacia, ricca com’è di inflessioni e note di colore tipiche siciliane, tanto care all’autore del testo, al personaggio e all’attore che lo interpreta. Una messa in scena mutevole in ogni contesto, nel rapporto empatico con il luogo e con chi ascolta e che dà forma ad un personaggio, che è uno, centomila o nessuno, tutti per la prima volta affidati al racconto di una voce”.

Teatro Sala Umberto  Dal 20 al 30 aprile 2017

Via della Mercede, 50 RomaTel. 06 6794753

Tutte le sere ore 21.00; sabato 22 aprile 2017 ore 17.00; domenica ore 17.00;

Prezzi da 32€ a 23€