Fede cacciato accusa Confalonieri: “Mentre Silvio era allo stadio”

Pubblicato il 29 Marzo 2012 - 09:23 OLTRE 6 MESI FA

Emilio Fede (foto LaPresse)

ROMA – “Mediaset non ha mai licenziato nessuno”, si ostinava a dire fino a qualche giorno fa Emilio Fede, prima di essere clamorosamente messo alla porta. La sua poltrona di direttore del Tg4 è stata affidata ad interim a Giovanni Toti, attuale responsabile dell’edizione del telegiornale di Italia 1.  Dovrà lasciare l’azienda, l’azienda lo ha già ringraziato mentre lo accompagna all’uscita: Fede , però, non se ne dà per inteso, visto che a Sky tg 24 ha già dichiarato che lui non se ne va. Articolo 18 anche per lui? Indennizzo o reintegro, questo è il problema.

Comunque finisce un’epoca, si legge sui quotidiani: il cantore quotidiano delle avventure politiche e sentimentali di Berlusconi, dopo 19 anni deve farsi da parte. Stava difendendosi dall’ultimo scandalo, a 81 anni aveva subito l’onta di vedersi “rimbalzare” (stando alle cronache di questi giorni) perfino da una banca svizzera che di custodire 2 milioni e mezzo di euro consegnati nella classica valigetta non ne ha voluto sapere.

“E’ un complotto contro di me”, si era energicamente difeso, ma il complotto, stavolta non lo attribuiva al nemico, ai giornali comunisti. Lui guardava dentro Mediaset, guardava a Fedele Confalonieri. Sperava nell’amico Silvio, suo protettore personale, ma da Cologno Monzese l’ukase è partito ugualmente. Alle nove di sera riceve la notizia dal giornalista di Repubblica Antonello Caporale. Il tono è mesto, quasi da funerale, non ci crede nemmeno Caporale che non lesina l’onore delle armi al vecchio nemico. Non ci posso credere, mi trema la voce, ecc…Poi torna il complotto: “L’hanno fatto quando Silvio era alla partita, devo chiamarlo”, ma in quel momento è impegnato a soffrire come i suoi giocatori le sfuriate di Messi e compagni. Hanno fato cosa? Semplice, l’hanno cacciato via con un comunicato lieve ma fermo: “Logica di rinnovamento editoriale. Ma la trattativa per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro non è approdata a buon fine”.

Aveva ragione lui, l’aveva subodorato dopo la pubblicazione della incredibile vicenda della valigetta e della banca svizzera, “C’è chi trama perché lasci il posto”. Fedele Confalonieri e i figli del Cavaliere non nutrono la stessa simpatia del boss. Quando è troppo è troppo. La sua parabola professionale, qualcuno dice da Aldo Moro a Lele Mora, è giunta ai titoli di coda. Potrà sperare ancora su quel posto in Parlamento cui fino a qualche giorno fa ancora aspirava? E la misteriosa amante cubana, che dirà, sarà contenta? C’è una costante, nella sua lunga carriera: 25 anni in Rai, 19 in Mediaset, alla fine qualcuno lo caccia.