Giulio Regeni, i genitori: “Ci sentiamo traditi dallo Stato italiano”

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Giugno 2020 - 00:27 OLTRE 6 MESI FA
Giulio Regeni, i genitori: "Ci sentiamo traditi dallo Stato italiano"

Giulio Regeni, i genitori: “Ci sentiamo traditi dallo Stato italiano” (Foto Ansa)

ROMA – “Lo Stato italiano ci ha traditi”, dicono Paola e Claudio Regeni, i genitori del ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto. 

L’accusa giunge nel giorno in cui la ferita ancora aperta del caso Regeni torna a scuotere la politica, e proprio all’indomani della notizia della vendita da parte dell’Italia di due navi all’Egitto.

Si tratta di due navi della Marina militare italiana, le ultime due delle dieci ordinate per un valore stimato di circa 1,2 miliardi di euro. 

Intervenendo a Propaganda Live, su La7, il papà di Giulio accusa: “Il fuoco amico fa male e ci amareggia. Uno non si aspetta di dover lottare contro il proprio Stato per ottenere verità e giustizia. E’ proprio lo Stato italiano che ci ha traditi”.

“La prima volta quando ha rimandato l’ambasciatore italiano al Cairo – ricorda  e ora con la vendita di armi all’Egitto”.

“Non intendiamo farci prendere più in giro dall’Egitto e non ci accontenteremo di atti simbolici, dopo quattro anni e mezzo il tempo è scaduto”, afferma.

“Chiediamo, come minimo, una risposta esaustiva a tutti i punti della rogatoria del 29 aprile 2019 rimasta priva di risposta – ha continuato – e la consegna delle cinque persone iscritte nel registro indagati dalla procura italiana perché possano essere processate in Italia: finché non avremo ottenuto queste due cose ci sentiremo traditi”.

Per i genitori di Giulio Regeni la vendita di queste navi è “la ciliegina sulla torta”.

“Abbiamo visto e vissuto tanta ipocrisia e la vendita di questa due navi e le armi sono la ciliegina sulla torta”, hanno detto in televisione, parlando di “tante zone grigie in Egitto e in Italia”.

“Noi – hanno poi precisato – abbiamo fiducia nella scorta mediatica, nelle migliaia di persone che ci seguono, nella Procura di Roma, negli investigatori”, e “anche nel presidente della Camera, Roberto Fico, che oggi ci ha chiamati per dirci che sta con noi e per sapere come stiamo”. (Fonte: Propaganda Live).