Cresce la paura per Taricone, a quattro ore dall’operazione i medici non parlano

Pubblicato il 28 Giugno 2010 - 18:34 OLTRE 6 MESI FA

Pietro Taricone

Cresce la paura e la tensione per le condizioni di Pietro Taricone, caduto vicino Terni dopo un volo in paracadute. I medici lo danno quasi per spacciato, su internet si moltiplica la paura e il tam tam dei fan. D’altronde dall’ospedale hanno parlato di “condizioni disperate” e sono passate più di quattro ore da quando Pietro è stato operato. Eppure da quel momento non è arrivata nessuna notizia dai medici. Il che non è una buona notizia.

Dopo che è stato trasportato all’ospedale di Terni, infatti, i medici hanno deciso di sottoporre “o guerriero” ad un intervento chirurgico per le numerose lesioni in diverse parti del corpo e l’emorragia interna che aveva riportato dopo lo schianto. Poi non si è saputo più niente. E il silenzio fa pensare al peggio. In ospedale, al fianco di Pietro, ci sono la compagna Kasia Smutniak e la figlioletta.

Intanto vanno avanti le ricerche per capire come sia potuto accadere l’incidente che potrebbe costare la vita all’attore. Secondo Sergio Sbarzella, presidente dell’Azienda trasporti consorziali di Terni che gestisce anche l’aviosuperficie dove oggi è avvenuto l’incidente, Taricone ha ritardato la manovra di frenata prevista a 50 metri da terra dopo un lancio eseguito nell’ambito di un corso per la sicurezza in volo riservato a paracadutisti esperti.

Al corso, denominato Vela, hanno partecipato otto paracadutisti. Come gli altri, Taricone aveva seguito un corso di teoria prima di lanciarsi. Quindi aveva eseguito un primo lancio senza problemi. E’ poi nuovamente salito su un piccolo aereo che ha raggiunto una quota di 1.500-2.000 metri. Taricone ha lasciato per ultimo il velivolo e, secondo quanto riferito da Sbarzella, il suo paracadute si è aperto regolarmente. A circa 50 metri da terra doveva quindi eseguire una manovra di frenata ma, sempre in base alla ricostruzione del presidente dell’aviosuperficie,- l’ha ritardata finendo a terra a una velocità superiore a quella prevista.