A Napoli l’ambulanza ti porta il morto a casa, a pagamento. Il vivo aspetta e giace

Pubblicato il 14 Ottobre 2010 - 15:09 OLTRE 6 MESI FA

A Napoli l’ambulanza ti porta il morto a casa, a pagamento. E lascia il vivo ad aspettare, tanto il vivo non paga. Non è un caso isolato, è quasi la regola. Lo ha documentato un servizio de “Le Iene”. Hanno telefonato ai cenralini delle ambulanze, sono andati davanti agli ospedali, hanno chiesto per strada a chi le ambulanze le guida. Sempre domandavano: “Un mio parente è appena morto in ospedale, potete portarmelo a casa?”. Qualcuno ha risposto: “Non parliamone per telefono”. Quasi tutti hanno detto: “Si può fare”. A pagamento ovviamente. Chi ha chiesto 400 euro, chi mille. Spiegando: il medico si assenta per qualche minuto, non firma subito l’atto di morte, noi ci sbrighiamo in quei minuti, mettiamo al morto un lenzuolo fino al mento e una maschera ad ossigeno, lo portiamo fuori e poi a casa, chi vuoi che fermi un’autoambulanza? Poi la richiesta: dove lo dobbiamo portare? La tariffa varia a seconda della distanza, come quella di un taxi.

Succede perchè a Napoli è “scuorno”, vergogna familiare e sociale restare morti da soli in ospedale, la famiglia vuole la veglia del defunto in casa. E’ illegale, il corpo del defunto non  può essere mosso per 24 ore. E’ illegale perchè le ambulanze non sono un servizio privato di trasporto e trasloco cadaveri. E’ crudele perchè le ambulanze che trasportano i morti non rispondono alla chiamata per soccorrere i vivi. E’ incivile, pericoloso e nocivo. Ma è redditizio, è una piccola industria. L’industria del morto che viaggia verso la pace di casa e del vivo che giace in attesa dell’amulanza che non arriva e, magari, di diventare morto anche lui.