Spiagge private al filo spinato, libere occupate da ombrelloni piantati di notte, ristoranti che sequestrano strade…

Tre foto: la spiaggia privata al filo spinato, il vicolo mangiato dal ristorante, la spiaggia libera piantumata di notte da ombrelloni e sdraio frega prossimo. Tre istantanee della società incivile invadente e soprattutto prevalente.

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 25 Agosto 2022 - 12:10 OLTRE 6 MESI FA
ombrelloni sequestrati ansa

Rosignano Marittimo (Livorno), ombrelloni e sdraio sequestrate lo scorso 8 agosto dalla Guardia Costiera (foto Ansa). Erano stati piantiti di notte sulla spiaggia libera

Cronache di cane morde uomo e non di uomo morde cane, cronache cioè di ciò che accade frequentemente e non eccezionalmente, cronache della prepotenza, invadenza e prevalenza dell’Italia incivile. C’è una foto, la foto di un filo spinato che recinta lo spazio che porta al mare, il filo spinato messo lì dal gestore di uno stabilimento balneare in quel di Campania.

E c’è soprattutto l’argomento gridato e rivendicato dal quel gestore: “è roba mia, casa mia, ci faccio quel che voglio”. Non è roba sua, a rigore neanche l’arenile su cui ha messo l’impianto balneare, è roba del demanio, roba pubblica, dello Stato. Il gestore ha, come tutti i cosiddetti balneari, una concessione. E concessione non è proprietà. E, anche se proprietà fosse e non è, anche la proprietà deve rispettare leggi e rispettare i diritti altrui. Gli stabilimenti balneari e i privati devono (devono per legge!) lasciare aperto accesso al mare. Ma padroni di case e ville private (ultimo esempio a Sabaudia) e gestori di spiagge a pagamento non solo non lo fanno, proclamano addirittura il diritto acquisito a fregarsene della legge e del prossimo perché “è roba e casa mia”.

Il ristorante mangia vicolo

Di foto ce n’è anche un’altra, in fondo un’altra foto di famiglia. Un vicolo di Napoli, vico Lungo Gelso. In foto una catena con cui il vicolo viene chiuso al passo, passo interdetto perché nessuno occupi lo spazio del vicolo, spazio che deve restare libero fino all’arrivo dei tavoli e tavolini del ristorante. Tavoli e tavolini che si mangiano lo spazio del vicolo. Anche qui, solo a Napoli? Una pecora nera? Tutt’altro: un intero gregge. Da Roma compresa in giù (non che il Nord sia esente) i dehors dei ristoranti, pizzerie e affini sono diventati non solo terra pubblica occupata tendenzialmente sine die, sono diventati e vissuti come “roba, casa e cosa loro” da chi se li è presi. Erano in origine doveroso aiuto verso categorie e attività colpite se non azzerate dalle misure anti Covid, sono diventati presidi, manifesti e conquiste dell’Italia incivile.

La società incivile e…impunita? No, prevalente

La società incivile, a fronte della retorica giaculatoria sulle virtù della cosiddetta società civile raccontata come buona d’animo e di azione non fosse che i “cattivi” di ogni potere, la realtà imponente di una società incivile orgogliosa custode dell’assoluto primato dell’unico valore e sola etica: i fatti miei, la mia roba e roba e fatti miei è tutto ciò che arraffo e son così bravo da prendermi.

Mica solo i balneari o i ristoratori. La terza foto è quella delle spiagge libere che di notte vengono occupate da ombrelloni piantati appunto di notte e sdraio a segnare posti presi, segnaposti a fregare il prossimo. Qualcuno ci farà anche dei soldi in questo piantare, di certo però ha dei cittadini brava e normale gente come committenti. E la società incivile si manifesta nei Pronto Soccorso degli ospedali, nelle assemblee di condominio, nel traffico e nei parcheggi.

La società incivile è presente e marcata letteralmente in ogni commercio umano qui e ora. Cresce e prospera perché impunita, perché nessuno vuole o è in grado di punire? Tutt’altro: la società incivile cresce e prospera perché è prevalente. Nei numeri, usi e costumi. E rappresentanze istituzionali e non.