Rai, Gubitosi: “Storia siamo noi non chiude”. Minoli: “Non è nei palinsesti…”

Pubblicato il 16 Maggio 2013 - 16:16 OLTRE 6 MESI FA
Rai, Gubitosi: "La Storia siamo noi non chiude, fine contratto per Minoli"

Rai, Gubitosi: “La Storia siamo noi non chiude, fine contratto per Minoli” (Foto LaPresse)

ROMA – ‘La Storia siamo noi non chiude. Termina semplicemente il contratto con Giovanni Minoli che era andato già in pensione tre anni fa ed aveva avuto un contratto triennale per i 150 anni dell’Unita’ d’Italia che scade il 31 maggio”. Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, lo ha detto ai giornalisti parlando della fase di chiusura del programma Rai ideato da Renato Parascandolo e gestito da Minoli. Il direttore Rai non ha poi escluso nuove collaborazioni con Minoli in futuro. Dura la replica di Minoli: “Non è nei palinsesti, questa è la verità. La Rai non dica bugie”.

“NON CHIUDERA'” – Gubitosi ha spiegato che tutta la parte di Rai Educational, inclusa “la storia”, è nelle mani di Silvia Calandrelli: “E’ stato un magnifico periodo questo de ‘La storia siamo noi’, prima e durante la gestione Minoli. Ora tutta la parte di Rai Educational, compresa la storia, è  in mano a Silvia Calandrelli. Abbiamo grande fiducia in lei, sta lavorando su cose importanti come la prima guerra mondiale. L’offerta di storia continua”.

Poi il dg Rai ha aggiunto: “Minoli ha fatto bene, vorrei che fosse chiaro che c’è soddisfazione e lo ringraziamo e ci auguriamo che in futuro si possa fare ancora qualcosa insieme. Penso che Minoli con Calandrelli potrà fare magnifiche cose. Si parleranno. Sono convinto che ci saranno i modi di utilizzare ulteriormente le capacità autoriali di Minoli in Rai Storia”.

Successivamente il dg ha però precisato che la politica della Rai è “utilizzare forze interne e non rinnovare contratti di chi va in pensione”: “I contratti si esauriscono, le fasi storiche si esauriscono”.

La Calandrelli ha commentato la vicenda: “Su ‘La storia siamo noi’ è nato un equivoco. E’ il progetto dei 150 anni dell’Unità d’Italia che volge al termine per ragioni naturali, non chiude certo la programmazione della Storia. ‘Il format del programma è della Rai”, chiarisce ancora Calandrelli, aggiungendo che ”le porte sono aperte a Giovanni Minoli per nuovi progetti. E’ un maestro e per un autore come lui c’è sempre spazio. Ha dato alla Rai una generazione di autori molto seri e le giovani generazioni hanno bisogno di formatori”.

Calandrelli spiega poi che la squadra del programma è stata ricollocata e gli autori in particolare sono ora a Rai1 e Rai3: “A Rai Storia collaboriamo con importanti enti sui temi storici. E’ un settore tipicamente do servizio pubblico, caratterizzato da un grande rigore scientifico ed un uso degli archivi molto importante. Stiamo collaborando con Paolo Mieli per ‘L’eco della storia’, raccontando il passato con gli occhi di oggi. C’è un grande progetto per il centenario della prima guerra mondiale. Poi ‘a.C.d.C.’ con Alessandro Barbero che racconta la storia dalle origini ai giorni nostri”.

“NON E’ NEI PALINSESTI” – ”’La Storia siamo noi’ non è nei palinsesti, questa è la verità”. Minoli ha replicato così alle parole del dg Rai Gubitosi: “La Rai può fare quello che vuole, ma non si dicano bugie”.

Minoli definisce ”illazioni quelle su mie presunte richieste all’azienda”: “In un’azienda normale sarebbe stata la stessa Rai a smentire notizie di questo genere. Io non ho chiesto niente e non ho ricevuto nessuna proposta. Sono notizie false, forse Perina vuole preparare la strada a qualche camerata amico suo. Ho dato mandato ai miei legali di valutare se ci sono gli estremi per una querela”.

Minoli ha poi aggiunto: “In un’azienda normale sarebbe stata la stessa Rai a smentire notizie di questo genere. Invece si sostiene che la trasmissione non è chiusa, mentre nei palinsesti approvati dal cda la trasmissione finisce a giugno e poi non c’è piuù. Certo le cose si possono cambiare, ma al momento la notizia è che la trasmissione non c’è più. La trasmissione è stata chiusa d’imperio e non mi è stato proposto nulla. E non si dica che si privilegiano gli interni perché Vespa non è un interno, Angela non è un interno, è stato preso da fuori il direttore del Tg1, sono stati assunti cinque top manager esterni. A Donat Cattin, pensionato, è stato fatto perché lo ha chiesto Vespa”.

Poi Minoli parla degli “aspetti economici”: “Se si tirano fuori aspetti economici, bisogna fare i conti con quello che ho portato alla Rai. Ho portato convenzioni per 50 milioni di euro. Non si dicono bugie, quando parlamentari di tutti gli schieramenti protestano per la chiusura, quando c’è un sentimento collettivo, che emerge in queste ore, contrario alla chiusura del programma. E’ un programma di valore: se ha ricevuto l’Oscar per la tv a febbraio qualcosa vorrà pure dire”.