Tiziana Russo, sorella di Marta Russo: il libro Marta Russo, mia sorella e i genitori Donato Russo e Aureliana Iacoboni

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 9 Novembre 2021 - 13:23 OLTRE 6 MESI FA
Tiziana Russo, sorella di Marta Russo: il libro Marta Russo, mia sorella e i genitori Donato Russo e Aureliana Iacoboni

Tiziana Russo, sorella di Marta Russo: il libro Marta Russo, mia sorella e i genitori Donato Russo e Aureliana Iacoboni (Foto da video Youtube)

Tiziana Russo è la sorella di Marta Russo, la studentessa morta a 22 anni alla Sapienza di Roma per un colpo di pistola. Uno dei casi di cronaca nera più controversi della storia recente italiana. E proprio in nome della verità si sono sempre battuti Tiziana e i suoi genitori, Donato Russo e Aureliana Iacoboni.

Quanti anni fa, età di Tiziana Russo e il libro Marta Russo, mia sorella

Tiziana Russo aveva due anni più della sorella, visto che nel 1997 aveva 24 anni. Questo vuol dire che è nata nel 1973 e che oggi ha 48 anni. Nel 2017 ha pubblicato il libro Marta Russo, mia sorella. Il libro è stato edito da Log(Edizioni Guerini) e i suoi proventi sono stati devoluti alla onlus intitolata a Marta Russo e dedicata alla donazione degli organi. 

Donato Russo, Aureliana Iacoboni e Tiziana Russo hanno deciso di donare gli organi di Marta

La mattina del 9 maggio 1997, alle ore 11:42 circa, Marta Russo, studentessa di giurisprudenza ed ex campionessa regionale di scherma, 22 anni compiuti il 13 aprile, fu raggiunta alla testa da un proiettile calibro22, a punta cava, camiciato e composto da solo piombo, mentre, insieme all’amica Jolanda Ricci, percorreva un vialetto all’interno della Città Universitaria, tra le facoltà di Scienze Statistiche, Scienze Politiche e Giurisprudenza.

Il proiettile penetrò la nuca, dietro l’orecchio sinistro, spezzandosi in undici frammenti che causarono danni irreversibili. I testimoni parlarono di un colpo attutito, come sparato da un’arma col silenziatore, identificata in una carabina o una pistola (come verrà detto nel processo). Tra i soccorritori vi fu anche lo zio della studentessa, dipendente della Sapienza.

La ragazza fu trasportata al vicino Policlinico Umberto I, dove arrivò in coma; il 13 maggio, alle ore 22, i medici constatarono la morte cerebrale. I genitori, Donato Russo e Aureliana Iacoboni, e la sorella Tiziana decisero di donarne gli organi, seguendo un desiderio espresso anni prima da Marta dopo aver visto un servizio televisivo sul delitto di Nicholas Green; la notte del 14 maggio venne staccata la spina ai macchinari che la tenevano in vita, e Marta fu dichiarata morta.

Ritrovati i diari di Marta Russo

In un’intervista a Famiglia Cristiana, qualche settimana fa, Tiziana Russo ha rivelato di aver ritrovato casualmente alcuni diari segreti della sorella in quella che al tempo fu la loro cameretta. “Mi sono trovata catapultata nel mondo interiore di mia sorella. Nei suoi scritti si avverte anche un certo presagio che la sua sarebbe stata una vita breve: scriveva infatti spesso che occorre vivere il presente perché all’improvviso potremmo non esserci più”.

Per l’omicidio sono stati condannati Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, due giovani assistenti di filosofia del diritto. “Non accetto che in certe ricostruzioni si parli ancora di mistero. Per i giudici di cinque gradi di processo i colpevoli sono loro”. Tra i ricordi di Marta uno riferito proprio al suo essere studentessa di giurisprudenza: “Voleva laurearsi per difendere i più deboli, era determinata, una studentessa modello. Poter mostrare al pubblico i suoi diari è l’occasione per far uscire l’immagine di Marta dal caso di cronaca nera e farla diventare, una figlia, una sorella, un’amica”.

Omicidio Marta Russo, la vicenda processuale

Giovanni Scattone fu condannato il 15 dicembre del 2003 con sentenza definitiva dalla Cassazione a cinque anni e quattro mesi di reclusione per omicidio colposo . La vittima era Marta Russo, la studentessa della Sapienza colpita alla testa da un proiettile mentre camminava nei vialetti dell’Università con un’amica.

Il colpo era arrivato dall’alto, da una finestra dell’Aula 6 a Giurisprudenza della Sapienza, il 9 maggio 1997. La ragazza resterà 5 giorni in rianimazione prima di arrendersi.

Il 15 dicembre del 2003, sei anni dopo l’omicidio, il giorno della decisione definitiva, del verdetto finale dei Supremi giudici.