Aprilia, marocchino ucciso. Spunta il VIDEO. L’aggressore: “Avevo la mia pistola ma non volevo uccidere”

di redazione Blitz
Pubblicato il 31 Luglio 2018 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA
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Aprilia, marocchino ucciso. Spunta il VIDEO. L’aggressore: “Avevo la mia pistola ma non volevo uccidere”

APRILIA – Un video registrato da una delle telecamere di sorveglianza del bar Tomei, di fronte alla stazione di Campo di Carne ad Aprilia, comune da 72mila abitanti in provincia di Latina [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play], mostra le immagini di quanto avvenuto con la morte di Hady Zaitouni. Il video mostra i momenti concitati dell’aggressione al marocchino di 43 anni e la presenza sul posto di tre persone (i denunciati però sono due), una delle quali, a quanto pare, armata.

All’inizio del filmato si vede l’automobile sulla quale viaggiava il marocchino sbandare, forse sbattere con un’autovettura che proveniva in senso contrario, e quindi terminare la sua corsa prima sul marciapiede e poi contro un muretto.

A questo punto si vede sopraggiungere da dietro un’autovettura di colore chiaro che si ferma poco prima e dalla quale scendono tre persone che si avvicinano all’auto incidentata. Quindi si vedono fasi concitate che, probabilmente, corrispondono al momento dell’aggressione. Poi l’automobile di colore chiaro si allontana e ricompare dal basso, per andare a parcheggiare in uno slargo poco distante.

Dalla macchina scende una sola persona che, chiusa l’autovettura con il telecomando, si dirige nel luogo dell’incidente. Poco dopo si vede l’autista tornare con gli altri due verso l’automobile parcheggiata e, all’altezza della cintola di uno dei tre, quello più corpulento, si nota un oggetto di colore scuro che potrebbe far pensare a una pistola e che l’uomo sembra toccare con la mano. Ma su questo non ci sono ancora conferme da parte degli investigatori.

I tre poi sostano a lungo sul ciglio della strada ad osservare la situazione, quindi tornano verso il luogo dell’incidente, confondendosi tra la gente accorsa nel frattempo sul posto. Poco dopo, giunge l’autoambulanza con a bordo i sanitari che hanno prestato le prime cure al marocchino.

La difesa dei denunciati.

Non abbiamo picchiato nessuno, non c’è stato alcun pestaggio, tantomeno a sfondo razziale”. Si difendono così i due cittadini di Aprilia denunciati per omicidio preterintenzionale. Non coinvolta la terza persona che era con loro. Si tratta di due vicini di casa: il primo dei due, Massimo Ricco, 46 anni spostato e di professione autotrasportatore, non ha voluto collaborare ripetendo ai Carabinieri che lo hanno interrogato frasi come “non ho visto” e “non so”.

La seconda persona denunciata è invece la guardia giurata Giovanni Trupo, 43 anni e un figlio piccolo. Trupo è scoppiato a piangere ancor prima che l’interrogatorio iniziasse. E’ lui quello che nel video ha la pistola nella cintola: “Non siamo giustizieri e non siamo razzisti. Avevo la pistola ma non volevo uccidere nessuno... siamo rovinati…”. Trupo si è sfogato quando, il giorno dopo la morte del marocchino Hady Zaitouni, si è presentato dai carabinieri.

I due hanno negato di aver picchiato l’uomo una volta che l’auto si è schiantata contro un muro sulla via Nettunense, sostenendo di non averlo toccato. E negano anche l’esistenza di ronde di cittadini. “Eravamo sotto casa, saremo state una quindicina di persone tra cui c’erano alcuni bambini – hanno spiegato ai loro avvocati – Abbiamo visto una macchina appostata al buio e qualcuno di noi si è avvicinato per capire chi ci fosse all’interno. Come ci siamo mossi l’auto è partita a razzo e ha cercato di investirci”. E’ in quel momento che  hanno deciso di seguire l’auto. “Ma siamo sempre stati in contatto con le forze di polizia”.

Secondo i primi risultati dell’autopsia, il decesso di Hady Zaitouni sarebbe dovuto a un forte colpo alla testa quando la Renault Megane è andata a sbattere nei pressi del bar Tomei, di fronte alla stazione di Campo di Carne, ma non è esclusa che ci possa essere una concausa con i colpi, forse anche un pugno, ricevuti dopo essere finito fuori strada.

Della vicenda ha parlato anche il sindaco di Aprilia Antonio Terra. In un’ inntervista a Radio 24 ha dichiarato: “Non ci sono ronde sul territorio. Aprilia non è il Far West: come in altre zone abbiamo avuto furti e altri piccoli episodi e la gente è un po’ esasperata ma siamo in una situazione di normalità”.

Il comandante provinciale di Latina dei carabinieri, Gabriele Vitagliano, ha invece spiegato quali sono le varie ipotesi al vaglio: “Siamo assolutamente certi che non ci sia stato un pestaggio prolungato”. Vitagliano esclude quindi che il marocchino sia stato ucciso in seguito ad un pestaggio violento e i primi risultari dell’autopsia sembrano dargli ragione.

I militari ritengono inoltre che i tre che hanno inseguito l’auto con a bordo il marocchino e l’altra persona, tuttora ricercata, non facessero parte di una ronda. “Non abbiamo mai avuto notizie di ronde in quel quartiere, anche se – spiega Vitagliano – la pronta reattività di quei condomini è da capire ed è oggetto del nostro approfondimento”. I carabinieri hanno acquisito il video registrato dalle telecamere di sorveglianza di un bar a poca distanza dal luogo dell’incidente.

Una testimone, ho sentito gran botto – “Era verso l’una e mezza, non ho visto nulla ma ho sentito solo un gran botto contro il muro”. Così Maria Mirabilio, una donna che abita nella palazzina proprio sopra il punto nel quale si è schiantata l’auto. La donna sostiene di essersi affacciata subito dopo l’incidente e di non aver visto nessuna colluttazione. La signora sostiene che neanche 10 minuti dopo l’incidente è arrivata l’ambulanza a sirene spente.

Anche la signora, come altri abitanti di Campo di Carne, dice di non sapere nulla di ronde: “Io so solo – dice – che da me i ladri sono venuti sette volte e anche il bar qui accanto è stato visitato più volte”. Conferma il titolare del bar: “Mi sono entrati quattro volte nell’ultimo mese – spiega – l’ultima volta con un palo lungo sei metri hanno divelto la saracinesca e mi hanno fatto un danno di sette mila euro”.