Fede lancia “Vogliamo Vivere”. Ma platea è semi-deserta: tra i 27 e i 40 astanti

Pubblicato il 26 Novembre 2012 - 10:26 OLTRE 6 MESI FA

 

Emilio Fede, il manifesto di Vogliamo Vivere (Foto Lapresse)

MILANO – Emilio Fede esce dal tubo catodico e scende ufficialmente nell’agone politico col suo movimento di opinione “Vogliamo Vivere”. Ma ad ascoltarlo al Teatro Nuovo di piazza San Babila a Milano, non c’era quasi nessuno. Sui quotidiani si legge che in platea sedevano tra i 27 e i 40 astanti. Più pessimista la Stampa, più generoso il Corriere. Pochi curiosi capitati un po’ per caso e alcuni vecchi amici, come Ombretta Colli e Tiziana Maiolo, nessuno di loro però sembra intenzionato a dargli il suo voto. Così come il suo amico-editore di una vita, Silvio Berlusconi, che lo ha benedetto, ”solo spiritualmente, niente soldi”.

Ma Emilio Fede, 81 anni, è pimpante come un ragazzino e ad una sala semi-deserta presenta la sua creatura. Un fiume in piena che non si scoraggia per i pochi accorsi perché i sondaggi lo rincuorano: “Siamo almeno il 3%”. La proposta principale di Vogliamo Vivere è questa: hci guadagna 100 mila euro e oltre potrebbe versarne 2.500 a cinque famiglie che rasentano la soglia di povertà. Lui, che si era lamentato di guadagnare “solo 20 mila euro al mese”, ha assicurato che lo farà per primo.

E ne ha per tutti: il premier Mario Monti che “continua a dire che stiamo affrontando la crisi e abbiamo tre milioni di famiglie che rasentano la soglia di povertà”. Beppe Grillo che lo “fa più ridere adesso di quando faceva il comico”. Antonio Di Pietro, di cui “ricordo quando disse ai giornalisti abbiamo preso un pesce grosso. Era Cagliari che si suicidò innocente in carcere”.