Noc, il beluga che parlava: imparò imitando l’uomo

di Daniela Lauria
Pubblicato il 23 Ottobre 2012 - 20:17 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Non ci sono mica solo i pappagalli in natura, tra gli animali in grado di imitare gli umani. Negli abissi marini ce n’è uno in grado di riprodurre i suoni del linguaggio umano e non a seguito di addestramento. E’ il caso del beluga, la balena bianca che vive nei mari di Russia, Alaska e Groenlandia. In alcune registrazioni della National Marine Mammal Foundation di San Diego, California, si può udire un intero “discorso” del beluga di nome Noc, ospite del parco per 30 anni. La storia di Noc era balzata agli onori delle cronache nel 1984 quando un sub del NMMF riemergendo dalla vasca udì per primo la sua voce: “Chi mi ha chiesto di uscire?“, aveva chiesto. Ma nessuno dei suoi compagni umani aveva proferito parola. Era Noc, che quel giorno aveva ripetutamente imitato il suono “Out!”, “Fuori!” udito dal sommozzatore. Ora i suoi vocalizzi stanno facendo il giro del mondo grazie a una ricerca pubblicata su Current Biology, che analizza le registrazioni di quei versi.

Da quel giorno infatti i biologi marini di San Diego si accorsero che gli strani rumori provenivano proprio dalla vasca di Noc e per questo li registrarono e scoprirono che ritmo e frequenza delle sue vocalizzazioni si avvicinavano a quelle della voce umana. “Quei suoni che imitavano il parlato erano alcune ottave più basse rispetto a quelli emessi di solito dai cetacei”, spiega Sam Ridgway a capo della ricerca.

Ma verso la fine degli anni Ottanta, a quasi quattro anni di età, Noc smise le sue “imitazioni”: probabilmente, secondo Ridgway, perché aveva raggiunto la maturità sessuale. Noc è morto nel 2007. E’ verosimile, secondo gli scienziati, che la tendenza a imitare gli umani scompaia con l’età adulta.

Ma perché ci imitano? Anche i delfini, di cui il beluga pur essendo chiamato balena bianca è un cugino stretto, si imitano tra loro. Così come le megattere imparano i canti dei loro simili. Tra i cetacei è piuttosto diffusa ad imitarsi tra loro. Ma resta oscuro il motivo per cui un mammifero marino sviluppi la capacità di imitare l’uomo. E’ altamente probabile infatti che Noc non fosse neppure consapevole del significato dei suoni che emetteva, anche per via della sua giovane età.

Per comprendere esattamente il meccanismo, i biologi marini di San Diego, fissarono un piccolo apparecchio nel canale nasale di Noc scoprendo che il beluga emetteva quei suoni riempiendo le sacche aeree a una pressione di gran lunga superiore rispetto a quella utilizzata per le normali vocalizzazioni. Uno sforzo non indifferente dunque, le cui ragioni tuttavia restano oscure.

Ma in natura ci sono anche altri animali in grado di emulare l’uomo. Oltre al noto caso dell’uccello lira, famoso per la sua capacità imitativa. O i pappagalli parlanti. Negli anni 70 fece parlare di sé una foca dell’acquario di Boston, che aveva persino l’accento del Maine. Il suo nome era Hoover.