Pd chiude a Berlusconi: “Niente larghe intese, al massimo governo di minoranza”

Pubblicato il 26 Febbraio 2013 - 13:52| Aggiornato il 8 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Berlusconi apre, il Pd chiude. Niente “larghe intese”, dicono dal Pd. E anche Grillo dice: “Ostacolerò il governissimo”. Semmai “un governo di minoranza”, così come lo chiama Anna Finocchiaro. Ovvero, maggioranza alla Camera e discussione in Senato per trovare maggioranze sulle singole riforme. Letto tra le righe, sembra una parziale apertura a Grillo, almeno su alcuni punti dove i programmi convergono.

Berlusconi: “Facciamo qualche sacrificio”

Ad aprire le danze era stato Berlusconi, che aveva chiamato a la Telefonata di Maurizio Belpietro: “L’Italia non può non essere governata”, “dobbiamo fare tutti qualche sacrificio”, “il ritorno al voto non è una soluzione”.

Anna Finocchiaro: “Al massimo governo di minoranza”

Anna Finocchiaro, presidente uscente dei senatori Pd, è categorica: “Niente governo di larghe intese. Al massimo, aggiunge, un governo di minoranza, concetto che poi esplicita: “La coalizione che vince alla Camera si presenta anche al Senato con un governo che potrebbe essere definito “di minoranza”, sulla base di un programma immediato di riforme”.

Anche Marina Sereni segue la stessa linea: “Non faremo governi con chi è responsabile del disastro in cui ci troviamo” e anche Stefano Fassina chiude: “Per me assolutamente no”.

Parla Bersani

Alle ore 17 del 26 febbraio parla Bersani. A parte un’analisi sulla sconfitta, il segretario del Pd dovrà anche spiegare quali sono ora le strategie, visto che alla Camera la sua coalizione ha la maggioranza, ma al Senato no.