Premio Sacharov 2025 al bielorusso Poczobut e alla georgiana Amaglobeli: uno in cella a Minsk, l'altra a Tblisi (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Un’aula piena, l’atmosfera solenne della cerimonia e due assenze che raccontano più di mille discorsi: il Parlamento europeo ha consegnato ufficialmente il premio Sacharov 2025 ai reporter Andrzej Poczobut e Mzia Amaglobeli, uno polacco-bielorusso e l’altra georgiana.
Il riconoscimento del Parlamento europeo
Ma loro non hanno potuto essere presenti, rinchiusi nelle rispettive celle a Minsk e vicino Tbilisi. Entrambi scontano condanne che lo stesso Parlamento Ue ritiene legate a “motivi politici”.

Al posto dei due giornalisti, a cui è stata riconosciuta la “coraggiosa lotta per la libertà di espressione” nei rispettivi Paesi, le targhe del più alto riconoscimento europeo per la difesa dei diritti umani, assegnato a ottobre, sono state consegnate a Strasburgo a due loro rappresentanti: Jana Poczobut e Irma Dimitradze.
Jana Poczobut, figlia di Andrzej, reporter, saggista e blogger conosciuto per le sue critiche esplicite al regime bielorusso di Lukashenko, condannato a otto anni. Irma Dimitradze, collega di Mzia Amaglobeli, co-fondatrice e direttrice di media indipendenti georgiani sconta due anni dopo aver manifestato posizioni antigovernative.
Alla consegna del premio la figlia e una collega
“Sono orgogliosa che il premio quest’anno sia andato a due giornalisti in prigione per le loro idee”, ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.
“Il Parlamento è solidale con Mzia e Andrzej e chiede la loro immediata liberazione, perché dire la verità al potere non deve mai essere un crimine”.
“È un grande onore ricevere questo premio a nome di mio padre”, ha sostenuto di fronte agli eurodeputati la figlia di Poczobut, ricordando che “da quasi cinque anni ormai” la sua famiglia “vive nel silenzio, nell’incertezza e nell’assenza di una persona cara”.
Dimitradze ha invece letto un discorso in nome di Amaglobeli, che denuncia il governo in Georgia come “un regime spietato” che “distrugge il giornalismo libero”, “abolisce i partiti di opposizione” e “smantella di fatto le ong”.
