Esiste veramente e si può visitare senza problemi - blitzquotidiano.it
Un sito storico e religioso di cui pochi conoscono l’esistenza, eppure è molto facile da trovare e da visitare.
Ci sono luoghi che non si trovano nei cataloghi di viaggio, ma che sanno sorprendere chi li incontra per caso, lasciando un segno profondo. A volte basta un dettaglio, una storia o un’atmosfera per trasformare un angolo remoto in un’esperienza che resta impressa nella memoria per sempre.
Tra le montagne siriane del Rif Dimashq, a pochi chilometri da Damasco, sorge la Nabi Habeel Mosque, conosciuta come la tomba di Abele. Secondo la tradizione, qui riposerebbe il figlio di Adamo ed Eva, vittima del primo fratricidio della storia, ucciso per gelosia dal fratello Caino.
La tomba di Abele, mito o realtà?
Il sarcofago di Abele, lungo circa sei metri, domina la sala principale della moschea, avvolto da drappi verdi e illuminato da una luce soffusa. Questo simbolo imponente rappresenta la grandezza spirituale di un uomo giusto, la cui memoria è custodita in un luogo di silenzio e raccoglimento.

Intorno al santuario si estende una vallata verde, punteggiata di ulivi e pini, che contribuisce a creare un’atmosfera di pace e spiritualità. Il paesaggio naturale che circonda la moschea rafforza il senso di sacralità, rendendo la visita un’esperienza immersiva e profondamente toccante.
Il content creator Rakan Munjed ha visitato il sito e lo ha definito “un luogo incredibile”, condividendo immagini e riflessioni sui social. Nel suo video ha raccontato la forte spiritualità che si respira nel complesso, dove il tempo sembra fermarsi e invita alla contemplazione.
Durante la visita, Munjed ha indicato un albero secolare che, secondo la tradizione locale, discenderebbe da quello citato nel racconto biblico. La Bibbia narra che Dio mandò due corvi a mostrare a Caino come seppellire il corpo del fratello, dando origine al rito della sepoltura.
L’albero accanto alla moschea avrebbe oltre sette secoli di vita e rappresenta un legame simbolico tra la memoria antica e il presente. Questo elemento naturale è diventato parte integrante del sito, rafforzando il significato spirituale e culturale del luogo nel tempo.
La Nabi Habeel Mosque si trova nella zona di Zabadani, a circa venti chilometri da Damasco, in un’area ancora poco urbanizzata e tranquilla. All’interno, la tomba è custodita in una stanza rivestita di marmo, dove i fedeli possono entrare, pregare e lasciare piccoli doni simbolici.
Nella tradizione islamica, Abele è considerato un profeta, e il suo sepolcro è meta di pellegrinaggio da secoli da parte di credenti devoti. Già nel XII secolo, cronisti arabi come Ibn Asakir e al-Dimashqi citavano questo luogo come uno dei più venerati dell’intera regione.
Nonostante le difficoltà legate alla guerra e alla situazione politica siriana, il santuario continua ad accogliere visitatori da tutto il mondo. Molti turisti raccontano la sensazione di pace che si prova camminando tra i cortili, immersi nella natura che abbraccia la moschea.
Il contrasto tra il verde intenso e le pietre antiche sembra ricordare che la vita, nonostante tutto, continua a rigenerarsi ogni giorno. Forse è proprio questo il messaggio eterno della tomba di Abele: la speranza che nasce anche dove tutto sembrava perduto per sempre.
