Assistente alla poltrona licenziata: “Volevo un figlio”. Il dentista: “Nessuna discriminazione”

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Gennaio 2018 - 15:59 OLTRE 6 MESI FA
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Assistente alla poltrona licenziata: “Volevo un figlio”. Il dentista: “Nessuna discriminazione”

PISTOIA – Voleva avere un figlio e l’hanno licenziata. Accade nella provincia di Pistoia, dove una donna di 42 anni, assistente alla poltrona in uno studio dentistico, si è vista dare così il ben servito, al rientro dopo un periodo di malattia.

La assurda vicenda è riportata dal quotidiano Il Tirreno, al quale la donna ha raccontato:

I rapporti con il datore di lavoro erano buoni sino a quando non ho avanzato la richiesta di non lavorare il sabato, o di fare a turno con le colleghe. Ho spiegato qual era il mio desiderio e tutto è cambiato. A marzo del 2017 mi sono rivolta alla Cgil e poi ho iniziato a star sempre peggio di salute… Mi hanno diagnosticato una forma tumorale. A dicembre ho deciso di tornare a lavoro, trovando al mio rientro una lettera di licenziamento.

In sua difesa è intervenuto Umberto Marchi, della Filcam Cgil, che la segue da marzo 2017:

Voleva rimanere in stato interessante e nel contempo ha scoperto un problema oncologico. Al suo rientro, è stata licenziata. Ha già subìto un aborto, ci stava riprovando. Aveva avanzato la richiesta di non lavorare il sabato per stare più tempo con il proprio compagno. Era l’unica assistente chiamata a lavorare in quel giorno. Il dentista ha rigettato la richiesta

Ma l’avvocato dello studio dentistico, Maurizio Innocenti, nega:

Il licenziamento è legato a ragioni prettamente economiche. Il datore ritiene di essere stato corretto, altre colleghe della signora hanno avuto gravidanze e non ci sono stati comportamenti ostruzionistici da parte sua

Lo stesso dentista afferma di non aver mai fatto discriminazioni tra le dipendenti:

Non ho avuto mai atteggiamenti discriminatori. La dipendente in questione si è assentata per motivi di salute a giugno, da quel momento ho avuto sue notizie solo tramite fax in cui prolungava la malattia. Mi ha detto che aveva problemi di salute, quindi le ho suggerito di mettersi in malattia. A dicembre ha avuto l’aspettativa, ma nel frattempo abbiamo acquistato un macchinario per la sterilizzazione degli strumenti per portare avanti il lavoro. La scelta di licenziarla è stata portata avanti sulla base di altre motivazioni: l’anzianità di servizio e i carichi familiari