Botte e frustate a un bambino di 5 anni che aveva disobbedito, arrestate la mamma e una “zia”

di redazione cronaca
Pubblicato il 21 Febbraio 2024 - 10:50
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Il cavo elettrico usato come “frusta” (Ansa)

Un bambino di 5 anni picchiato e frustato sulla schiena e sulle gambe dalla mamma e da un’amica della madre. E’ quanto emerso da un’inchiesta della Procura di Catania che ha portato al fermo in carcere della mamma del bimbo 28enne e dell’amica 23enne, entrambe nigeriane con regolare permesso di soggiorno. I reati ipotizzati sono per maltrattamenti e lesioni personali pluriaggravate. Le indagini della Polizia sono state avviate dopo la denuncia della dirigente della scuola frequentata dal piccolo e sono cominciate il 14 febbraio scorso. Il bambino è stato trasportato nell’ospedale Garibaldi-Nesima di Catania e, dopo essere stato visitato, ha ricevuto una prognosi di 15 giorni. I medici hanno appurato che il piccolo “presentava incontrovertibili segni di reiterate violenze” con “presenza di numerose escoriazioni profonde a forma di ‘U’, da verosimili frustate”.

Come ha scritto la Procura, dalle indagini della Polizia è “emerso un allarmante quadro dal quale poteva desumersi che i segni di violenza impressi sul corpo del bambino sarebbero stati inferti dall’indagata ventitreenne con dei cavi elettrici e in seguito a banali capricci e non meglio specificate monellerie attribuite al minorenne”. Le sevizie della “zia”, così veniva chiamata la 23enne dal bambino, in realtà non ha nessun legame di parentela col piccolo. Le sue percosse avvenivano anche in presenza della madre che “non si adoperava per evitarle, per impedirle o per segnalarle ai preposti organi istituzionali al fine di scongiurarne ogni possibile reiterazione”. Le due donne, dopo il fermo eseguito da personale della Squadra Mobile sono state condotte nella casa circondariale di Catania. Il gip, accogliendo la richiesta della Procura, ha convalidato il provvedimento applicato la misura cautelare della custodia in carcere.

Ai medici dell’ospedale Garibaldi-Nesima di Catania, il piccolo ha raccontato “di essere stato percosso dalla zia (…) diverse volte tramite un cavo nero (…) di ricarica della bicicletta elettrica di proprietà della madre (…) raccontando più volte che questi segni sarebbero stati provocati dalla zia dinnanzi a disobbedienze“. Hanno certificato ancora i medici che “le lesioni più recenti presentano invece croste sovrastanti ormai asciutte, con visibile cute rosea, di nuova formazione, sottostante. Medesime escoriazioni recenti si repertano a livello della zona mediale, delle cosce bilateralmente a livello delle spalle e delle braccia”.