Castello di Cusago: 7 secoli di storia a rischio, no soldi per il restauro

Pubblicato il 17 Ottobre 2011 - 13:38 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Il castello di Cusago è in un profondo stato di degrado. La sua restaurazione richiede dei fondi che i privati non hanno investito e che il Comune non può permettersi. edificato tra il 1360 e il 1369 da Bernabò Visconti, fu poi di proprietà di Ludovico sforza detto il Moro dal 1480. Oggi appartiene alla società immobiliare “Kreiamo s.r.l.” di Cesano Boscone. Acquistato da Boscone nel 2008, la società aveva un grande piano di restauro mai attuato dato l’arresto degli amministratori della società per infiltrazioni dell ‘ndrangheta. Tra gli acquirenti celebri del castello anche Silvio Berlusconi, proprietario dal 1973 al 2003.

Una travagliata storia di sette secoli, un tempo di massimo splendore che sembra destinato a non tornare per il castello di Cusago. Il rammarico del Comune è grande, dato che il castello è tra i “Luoghi del cuore” del Fai, Fondo ambiente italiano, ma le finanza comunali non permettono né l’acquisto né la restaurazione del castello in rovina.

Il sindaco di Cusago Daniela Pallazzoli ha detto: “Noi non possiamo fare niente. Le casse del Comune non sono assolutamente in grado di farsi carico dell’acquisto e del restauro. E di questi tempi di magra mi pare difficile che se ne occupino lo Stato o la Regione. L’unica speranza è che possa passare l’idea di coinvolgere i privati e far rivivere il castello facendone ad esempio una Università del gusto. Un centro congressi. Una foresteria di eccellenza a tre chilometri dall’Expo 2015”.

La Pallazzoli ha però sottolineato che un ulteriore problema è destinare il castello ad altro: “non si possono affrontare questi problemi sulla base di un Regio Decreto del 1912. Per capirci, ogni ipotesi alberghiera è legata all’obbligo di mettere gli impianti a norma, fare i bagni, aprire nuove finestre… Noi ci teniamo al pieno rispetto del castello, però…”.

Alberto Artioli, architetto e soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici, ha detto: “È un problema col quale abbiamo a che fare tutti i giorni. Ma non è vero che siamo barricati nella trincea del “non si tocca niente”. Se c’è la buona volontà di trovare una soluzione saggia, noi siamo qua. Basta fare le cose con buon senso…”.