I due cognati uccisi dal suocero a Sant’Antimo, il paese dove era nata Giulia Tramontano

Il paese in provincia di Napoli è quello di origine di Giulia Tramontano, la 29enne al settimo mese di gravidanza uccisa da Alessandro Impagnatiello. Ed ora il paese dice "basta violenza".

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Giugno 2023 - 11:10 OLTRE 6 MESI FA
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Maria Brigida Pesacane e Luigi Cammisa (Ansa)

Sant’Antimo, dopo Giulia Tramontano, la 29enne incinta del settimo mese uccisa da Francesco Impagnatiello a Senago, nel paese in provincia di Napoli si piangono altre due vittime. Si tratta di Luigi Cammisa, operaio edile di 29 anni, sposato e padre di due figli di 2 e 7 anni. A non troppa distanza, in un appartamento di via Caruso 17, ad essere uccisa è stata la 24enne Maria Brigida Pesacane. I due erano cognati: ad ucciderli è stato Raffaele Caiazzo, suocero di entrambi. L’uomo sospettava che fra i due vi fosse una relazione extraconiugale e si è costituito. 

Caiazzo, 44 anni, è il papà dei coniugi delle due vittime, Luigi Cammisa di 29 anni e Maria Brigida Pesacane di 24 anni, suocero dunque di entrambi. I figli sono Anna e Alfredo, sposati con Cammisa e la Pesacane. Le vittime erano cognati.

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Raffaele Caiazzo (Ansa)

Sant’Antimo, nuova violenza nel paese che piange ancora Giulia Tramontano 

Le due vittime vengono descritte come persone normali, “Luigi era un bonaccione” dice una parente, mentre Maria Brigida era molto legata ai propri due figli, come emerge dal profilo Instagram, in cui postava di continuo foto dei bimbi.

 Nel popoloso comune dell’hinterland a nord di Napoli ci sono ancora gli addobbati con i colori del Napoli campione d’Italia e i festoni e simboli della festa patronale appena terminata. Si attende nei prossimi giorni la celebrazione dei funerali di Giulia, che la sera di ieri è stata ricordata con una fiaccolata.

“Violenza, violenza, sempre e solo violenza”

“Violenza, violenza, sempre e solo violenza” dice quasi disperato il parroco don Salvatore Coviello, che conosceva bene Giulia ma non le vittime del duplice omicidio, originarie del vicino comune di Casandrino.

“Ci riprendiamo da una tragedia e ne arriva subito un’altra. Questo duplice omicidio – si sfoga il prete – è frutto di un degrado sociale ed economico; qui si sopravvive e c’è anche tanta ignoranza, visto che si fa fatica a portare i figli a scuola. Ricordo che a Sant’Antimo non c’è un ristorante, non c’è un cinema, un teatro, non c’è alcun luogo aggregante per i cittadini”. Molto provato anche il sindaco Massimo Buonanno, che parla di “fatto gravissimo, che ci rattrista ancora di più“. “La città – dice – si è svegliata sgomenta proprio nella giornata in cui abbiamo organizzato la fiaccolata per Giulia. Purtroppo a Sant’Antimo c’è ancora tanto da fare per sensibilizzare la cittadinanza ad una generale cultura della legalità. E il parroco ha ragione quando dice che mancano luoghi di aggregazione. Per questo negli ultimi mesi abbiamo riaperto le ville comunali che erano chiuse”.

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