“Mio nonno il re non era gay”: Emanuele Filiberto in guerra con gli storici

Pubblicato il 17 Agosto 2012 - 17:59| Aggiornato il 16 Febbraio 2015 OLTRE 6 MESI FA
Emanuele Filiberto di Savoia (Lapresse)

ROMA – “Mio nonno il re non era gay”, parola del principe Emanuele Filiberto che ha dichiarato guerra agli storici e in particolare se l’è presa con un editore francese colpevole di aver inserito suo nonno, Umberto II, in una lista di illustri omosessuali. Quando ha letto il nome di suo nonno nel Dictionnaire des chefs d’Etat homosexuels ou bisexuels, edito da Beziers H&O, è stato come uno schiaffo per lui. Per questo ha deciso di fargli causa cheidendo un maxi risarcimento. “Nel libro – dice – c’è una totale falsificazione dei dati storici”.

Ma a voler essere sinceri, notizie di una presunta omosessualità del re di maggio, così è passato alla storia Umberto II, rimasto sul trono appena 36 giorni, dal 9 maggio al 18 giugno 1946, circolano da sempre. Vederle scritte nero su bianco ha però mandato su tutte le furie Emanuele Filiberto.

“Chiederò il sequestro del volume e un maxi risarcimento danni – ha detto in un’intervista – perché infanga la memoria di mio nonno con volgarissimi pettegolezzi. Con la famiglia stiamo valutando anche una maxi querela per diffamazione”.

Ma non è un fatto di omofobia, ci tiene a precisare. E promette: “Proprio perché sono a favore delle unioni gay e contro le discriminazioni sessuali, devolverò interamente alla lotta contro l’omofobia e all’Arcigay, la cifra che la mia famiglia eventualmente otterrà in seguito alla vittoria del contenzioso”.

Secondo il libro suo nonno avrebbe avuto un flirt con il regista Luchino Visconti e sarebbe stato intercettato da Benito Mussolini anche lui a conoscenza dell’orientamento sessuale di Umberto II. Una falsificazione dei dati storici, secondo il principe: “Questa cosa mi è stata confermata da mia nonna, ma il vero motivo era un altro: il Duce temeva l’influenza del re e della regina e aveva paura che facessero amicizia con gli antifascisti.

E ancora: “L’autore del dizionario poi parla addirittura di un presunto flirt di mio nonno con Luchino Visconti, che a sua volta lo avrebbe quasi confessato pubblicamente nella sua autobiografia. Io posso dire con convinzione che sono delle calunnie vergognose”.

Nel volume si dice anche che il leader socialista Pietro Nenni lo chiamasse “il re pederasta”, altro aneddoto che il principe smentisce: “A mio avviso può essere stata la propaganda fascista ad aver inventato all’epoca tutta questa storia.

Gossip storiografico, dunque, e pure di cattivo gusto. Umberto II, scomparso nel 1983, è stato per il nipote “un uomo che ha sempre rispettato l’Italia e gli italiani, anche quando era in esilio, e per me è sempre stato un grande modello, un grande nonno e un grande esempio”.