A Falciano del Massico è “vietato morire”. Lo ha ordinato il sindaco

Pubblicato il 13 Marzo 2012 - 17:00 OLTRE 6 MESI FA

FALCIANO DEL MASSICO (CASERTA) – “Vietato morire” è l’assurda ordinanza emessa dal sindaco di Falciano del Massico, il paese in provincia di Caserta che da 48 anni è senza un cimitero. Dal 5 marzo scorso su tutto il territorio comunale “è fatto divieto – si legge nell’ordinanza – ai cittadini residenti, o comunque di passaggio, di oltrepassare il confine della vita terrena per andare nell’aldilà”.

Tutta colpa della burocrazia e dei pochi soldi a disposizione. Giulio Cesare Fava, sindaco della comunità che conta meno di 4 mila anime, è cardiologo di professione: è stato eletto nel maggio del 2007, a capo di una lista civica di centrosinistra, ottenuta con una manciata di voti in più rispetto allo sfidante. In realtà a Falciano il cimitero c’è ma appartiene al comune limitrofo di Carinola: la vicenda risale al settembre del 1964, quando Falciano divenne un Comune autonomo. L’errore, racconta il sindaco, è stato fatto “quando chi ha eseguito la divisione del territorio non so è accorto che doveva includere anche una parte del cimitero”.

Da allora chiunque volesse seppellire i propri “cari estinti” è costretto ad elemosinare un posto dai comuni limitrofi, perché anche il cimitero di Carinola esonda di salme. Ma allora perché non costruire un cimitero nuovo o allargare quello che già c’è?

“Il primo progetto – spiega Fava – redatto dalle precedenti amministrazioni, costava circa 14 miliardi delle vecchie lire, troppo per una comunità piccola come la nostra”. Un cimitero quasi extra-lusso, moderno, con tanto di chiesa con cupola in rame, forni crematori e cappelle per gli altri culti. Niente da fare, l’opzione successiva è stata quella di allargare il camposanto esistente, grazie a un più accessibile project financing. A tal fine nacque un consorzio con il comune di Carinola, era il 1993 e da allora non si vedono risultati.

Ecco dunque spiegata la provocazione del sindaco Fava che ha deciso di uscire dal consorzio e iniziare a costruire un cimitero nuovo. Fino ad allora però: “E’ vietato morire” altrimenti non c’è speranza di venir tumulati degnamente.E al paese l’idea non dispiace: a chi dispiacerebbe l’obbligo di non morire? “C’è stata una vera e propria sollevazione popolare. Gli abitanti hanno già raccolto un migliaio di firme e alcuni proprietari terrieri mi hanno offerto i loro suoli”, ha giurato il primo cittadino.