Hacking Team, pm: software spia venduti a jihadisti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Novembre 2015 - 12:28 OLTRE 6 MESI FA
Hacking Team, pm: software spia venduti a jihadisti

(Foto d’archivio)

MILANO – Due ex collaboratori di Hacking Team hanno venduto software di spionaggio ad una società saudita che potrebbe averli girati a terroristi islamici. E’ quanto ipotizza la Procura di Milano che ha disposto diverse perquisizioni presso la società torinese di sistemi informatici Mala srl.

Tra i possibili committenti dell’acquisto, però, potrebbero esserci anche militari stranieri o governi esteri. I dati per creare il software potrebbero essere stati acquistati, dunque, o a fini di spionaggio o anche per ragioni di concorrenza commerciale.

Le perquisizioni di martedì a Torino seguono lo sviluppo dell’inchiesta sull’attacco informatico subito, ai primi di luglio, dalla società Hacking Team, che forniva l’ormai famoso software-spia Galileo anche a governi di tutto il mondo. Quell’inchiesta ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di cinque persone, tra ex collaboratori ed ex dipendenti.

La Mala srl coinvolta nel blitz di martedì mattina è riconducibile a due degli indagati, Mostapha Maanna e Guido Landi, ex collaboratori di Hacking Team. Investigatori e inquirenti, infatti, hanno scoperto un versamento di circa 300mila euro sul conto della società da parte di una società con base in Arabia Saudita, la Saudi Technology Development.

Il sospetto alla base delle nuove perquisizioni è che i due ex collaboratori di Hacking Team abbiano venduto a quel prezzo il cosiddetto “codice sorgente” dello spyware Galileo alla società saudita, probabilmente mediatrice per conto di un altro committente da individuare. Quel codice è utile per “neutralizzare” o “riprodurre” il software di spionaggio che, è l’ipotesi degli inquirenti, potrebbe anche essere finito in mano ai terroristi.

La somma di “299.970 euro” versata dalla società saudita Saudi Technology Development alla Mala Srl, scrive il pm Alessandro Gobbis, sarebbe il “pagamento per la fornitura di servizi relativi a intrusioni informatiche” e in particolare “software per neutralizzare o riprodurre Remote Control System”, il programma ideato da Ht. Lo si legge nel decreto di perquisizione.

La società Mala srl ufficialmente si occupa di formazione professionale. Non risulta però “verosimile – come si legge nel decreto – che la somma corrisposta sia in relazione ad attività di formazione professionale”. Secondo l’ipotesi accusatoria, invece, la società saudita, sulla quale sono in corso accertamenti, avrebbe acquistato da Mala uno spyware “simile o alternativo” a quello prodotto da Ht. Gli inquirenti stanno cercando, quindi, di risalire ai destinatari finali del prodotto informatico.

Landi e Maanna, si legge nel decreto, come gli altri tre indagati dell’inchiesta (questi ultimi, però, non sono coinvolti in questo nuovo ‘capitolo’) sono accusati di accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto industriale. In particolare, stando al decreto, i due devono rispondere di essersi “introdotti abusivamente nel sistema informatico di Hacking Team”, sistema “di interesse pubblico”, “al fine di estrarre dati aziendali e informazioni riservate in modo da causare un danneggiamento o una interruzione parziale del funzionamento” del server di Hacking Team. Inoltre, secondo il pm, avrebbero “utilizzato o rivelato a terzi il codice sorgente del software Rcs Galileo, nonché altri dati riservati di pertinenza di Ht”.