Inchiesta Bari. Legali Tarantini: “Nessun conto in Svizzera”

Pubblicato il 21 Marzo 2010 - 19:53 OLTRE 6 MESI FA

Le spese Gianpaolo Tarantini le faceva solo da conti correnti italiani e su uno di questi, intestato ad un amico in una filiale di Bari, si appoggiava l’esclusiva carta di credito American Express Black con cui pagava discoteche, cene e regali utili a mantenere e alimentare i suoi buoni rapporti anche con i politici. A precisarlo oggi è stato l’avvocato difensore di Tarantini, Nicola Quaranta, che definisce «assolutamente prive di fondamento e frutto di frenetica fantasia» le notizie di stampa pubblicate in proposito negli ultimi giorni.

A parlare di conti svizzeri era stato Alessandro Mannarini, collaboratore e amico di Tarantini, in un interrogatorio reso agli inquirenti baresi lo scorso dicembre. Ma secondo l’avvocato, «Tarantini non ha, e non ha mai avuto neanche in passato, la disponibilità di conti bancari esteri». Riguardo poi alla questione dell’utilizzazione di una carta di credito American Express Black, dice l’avvocato, «la circostanza è stata già verificata dalle indagini» poichè Tarantini ne aveva già parlato spontaneamente ai pubblici ministeri «con tutti i dettagli di interesse investigativo».

L’imprenditore barese, agli arresti domiciliari dal 18 settembre scorso nella sua casa romana con l’accusa di cessione di cocaina (nell’ambito di una inchiesta sull’organizzazione di festini a base di sesso e droga) è al centro di diverse inchieste della Procura di Bari sulla sanità pugliese e su un intreccio politico-affaristico che gli avrebbe consentito di ottenere appalti milionari in cambio di favori anche di tipo sessuale e tangenti. Le dichiarazioni rese agli inquirenti dall’imprenditore hanno portato giovedì scorso all’arresto dell’ex vicepresidente della giunta regionale pugliese Sandro Frisullo e di altre tre persone, medici e dipendenti della Asl di Lecce.

Frisullo, che ha ammesso gli incontri sessuali procuratigli da Tarantini ma che nega di avere avuto tangenti, sarà ascoltato domattina in carcere dal gip che ha firmato l’arresto, Sergio Di Paola, per l’interrogatorio di garanzia. Dopo gli arresti di giovedì, ieri la fuga di notizie sull’identità di un secondo politico coinvolto nell’inchiesta, Michele Mazzarano, ha portato alle dimissioni di quest’ultimo dall’incarico di coordinatore regionale del Pd, e alla rinuncia alla sua candidatura alle regionali. In segno di solidarietà a Mazzarano (che ha appreso di essere indagato dai giornali ma che nega di avere preso alcuna tangente) oggi il Pd jonico ha organizzato una manifestazione di solidarietà a Massafra, sua città natale, dove alle 19 era previsto un suo comizio elettorale poi annullato viste le circostanze.