La storia di Liliana Resinovich, dalla morte al cadavere riesumato fino al rapporto col marito

di redazione cronaca
Pubblicato il 28 Febbraio 2024 - 19:55
morte liliana resinovich

Liliana Resinovich FOTO ANSA

La mattina del 14 dicembre 2021, la 63enne Liliana Resinovich uscì dalla sua casa di via Verrocchio, nel rione triestino di San Giovanni, dove viveva con il marito. La donna voleva andare da Claudio Sterpin, un ex atleta di 83 anni con cui la donna aveva una relazione affettuosa. Liliana non è però mai arrivata a casa di Claudio e il suo corpo è stato trovato il 5 gennaio successivo in un boschetto nell’ex ospedale psichiatrico che si trova poco distante da casa. La sua testa era posizionata in due buste di nylon strette con un cordino e il corpo in due sacchi di plastica, uno infilato dall’alto, uno dal basso.

Da qui è cominciato un giallo che ancora non si è concluso visto che non si è trovato un colpevole nonostante tanti e approfonditi esami incaricati dalla Procura. Le indagini furono avviate in ritardo e grazie al sito locale TriestePrima il caso giunse all’attenzione delle cronache. La Squadra Mobile ha, a questo punto, computo delle indagini molto dettagliate, coordinate dal Procuratore Antonio De Nicolo.

Numerose sono state anche le perizie svolte sul cadavere e su vari materiali e reperti. Nessuna di queste, nonostante la professionalità dei periti incaricati, è riuscita a individuare dove Liliana sia stata nel lungo intervallo tra il giorno della scomparsa e quello del ritrovamento del corpo. Sul corpo non è mai stato riscontrato nessun segno di violenza. L’unica cosa certa è che la morte sarebbe avvenuta entro poche ore dal ritrovamento del corpo.

Il cadavere nel frattempo è stato riesumato e analizzato più volte. Da qui sono partite una serie di accuse da parte di Sergio Resinovich, ossia il fratello di Lilly. Accuse dirette al cognato. Quest’ultimo è stato accusato dal fratello di Liliana e dai suoi familiari di aver cambiato idea sulle circostanze che hanno portato alla morte della donna. Prima della riesumazione sosteneva la tesi dell’omicidio, dopo si è detto convinto del suicidio. Le accuse dei familiari sono dovute anche al fatto che si è scoperto che la relazione coniugale tra l’ex dipendente della regione in pensione e il marito stava attraversando un momento di profonda crisi. Una crisi, in verità, che il marito ha negato sin dal primo giorno.