Militari italiani all’estero: più soldati in Niger e Libia, meno in Iraq e Afghanistan

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Gennaio 2018 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA
militari-italiani-estero

Militari italiani all’estero: più soldati in Niger e Libia, meno in Iraq e Afghanistan

ROMA – Il personale italiano a Tripoli è stato messo “in sicurezza”, mentre violenti scontri all’aeroporto Mittiga hanno causato almeno 20 morti. Ed una nave è pronta a salpare dal porto della capitale Tripoli per evacuare i connazionali in caso di necessità. E’ in questo quadro che il Governo si appresta ad aumentare il contingente in Libia (dagli attuali 370 militari a 400) e a varare la nuova missione in Niger, “non combat ma di addestramento” (470 unità).

Sono stati i ministri di Difesa ed Esteri, Roberta Pinotti e Angelino Alfano, a comunicare alle Camere la rimodulazione delle missioni internazionali, che si concentreranno sul Sahel e sul Mediterraneo allargato, alleggerendo la consistenza dei contingenti in Medio Oriente: in Iraq sarà dimezzato, mentre in Afghanistan ci saranno 200 uomini in meno. Complessivamente nel 2018 saranno 6.698 i militari impegnati in teatri internazionali, per una spesa di 1,5 miliardi di euro.

SAHEL CENTRALE PER ITALIA.

Il Governo, ha spiegato Pinotti, ha deciso di “rimodulare l’impegno nelle aree di crisi geograficamente più vicine e che hanno impatti più immediati rispetto ai nostri interessi strategici”. Ed il Sahel “è una regione di preminente valore strategico per l’Italia”, ha sottolineato da parte sua Alfano, annunciando uno stanziamento di 100 milioni di euro per il Niger, “Paese molto fragile che raccoglie oltre 150mila rifugiati”.

470 IN NIGER, MISSIONE NO COMBAT.

Proprio verso il Niger, crocevia del traffico dei migranti che raggiungono la Libia, si apprestano a partire i militari italiani che saranno impegnati nella nuova missione: 120 unità nel primo semestre per poi raggiungere il numero massimo di 470 entro fine anno. Verranno inviati anche 130 mezzi terrestri e due aerei. La spesa prevista per l’operazione è di 49,5 milioni di euro per tutto il 2018. Non sarà, ha assicurato la titolare della Difesa, “una missione combat e non pensiamo di mettere i nostri militari a fare da sentinelle ai confini di quel Paese: è una missione di addestramento. E’ il Niger – ha ricordato – che ci ha chiesto aiuto, dicendo che ha un problema a controllare i confini: vogliono che li aiutiamo ad essere capaci di controllarli”.

IN LIBIA UNIFICAZIONE MISSIONI ESISTENTI.

Nella vicina Libia saranno accorpati in una nuova missione i compiti dei due attuali interventi (Operazione Ippocrate con ospedale da campo a Misurata ed il supporto alla Guardia costiera libica) e ci saranno nuove attività, anche in questo caso soprattutto di addestramento e favore delle forze di sicurezza locali, nonchè ripristino infrastrutture. Quattrocento i militari impegnati, con 130 mezzi terrestri, mentre aerei e navi saranno tratti dall’operazione Mare Sicuro. La spesa prevista per il 2018 è di 49 milioni di euro. E l’Italia ha messo a disposizione 60 militari per la missione Nato chiesta dalla Tunisia: “non possiamo lasciarla da sola”, ha spiegato Pinotti.

DIMEZZATO CONTINGENTE IN IRAQ.

All’aumento dell’impegno militare in Africa corrisponderà un alleggerimento dei contingenti in Iraq ed in Afghanistan. Daesh, ha puntualizzato il ministro della Difesa, “è stato sconfitto militarmente, anche se rimane alto il pericolo terrorismo. Pensiamo così di ridurre il nostro impegno nella coalizione anti-Isis arrivando ad un dimezzamento del contingente (forte di circa 1.500 unità, ndr): in questo periodo abbiamo addestrato 30mila militari e 10mila forze di polizia irachene”. Riduzione anche per l’Afghanistan, dove la consistenza del contingente tricolore scenderà dalle attuali 900 a 700 unità.