‘Ndrangheta: a Gioia Tauro i boss con il reddito di cittadinanza. Le carte false delle mogli degli ergastolani

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Giugno 2020 - 11:53| Aggiornato il 12 Giugno 2020 OLTRE 6 MESI FA
'Ndrangheta: a Gioia Tauro i boss con il reddito di cittadinanza. Le carte false delle mogli degli ergastolani

‘Ndrangheta, l’operazione Jobless Money dei Carabinieri Gioia Tauro (Ansa)

ROMA – I boss della ‘ndrangheta e le mogli dei boss in galera ma con il sussidio statale, il reddito di cittadinanza.

Con la frode, perché truccavano le carte, i documenti sui nuclei familiari di appartenenza.

Boss ed elementi di spicco di una cosca di Gioia Tauro, tra cui soggetti già condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Due dei quali sottoposti alla misura della sorveglianza speciale (con obbligo di soggiorno).

E figure apicali della ‘ndrangheta del mandamento Tirrenico.

Operazione Jobless Money dei carabinieri di Gioia Tauro

Percepivano il reddito di cittadinanza.

E’ quanto emerso dall’operazione “Jobless Money” dei Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura di Palmi, che ha scoperto e denunciato 37 “furbetti”.

Le irregolarità riscontrate dai militari a carico di 37 cittadini, di cui 33 italiani e 4 stranieri, grazie al lavoro condotto dai militari di Gioia Tauro col supporto specialistico del Nucleo Ispettorato del Lavoro, hanno consentito di stimare il danno erariale complessivo in circa 279 mila euro.

Scongiurando per il futuro un ulteriore ammanco di circa 134.500 euro, somme che i percettori avrebbero altrimenti incassato.

L’elargizione dei sussidi è stata bloccata.

Le carte false delle mogli della Ndrangheta

C’erano anche alcune mogli di detenuti all’ergastolo in regime di 41 bis, tra i “furbetti”, indebiti percettori del reddito di cittadinanza, smascherati dai carabinieri.

Le donne di esponenti “apicali” della cosca avevano, intenzionalmente, omesso di segnalare, agli enti erogatori del reddito di cittadinanza, la presenza dei congiunti, attualmente in carcere, all’interno dei loro nuclei familiari.

Tutti i trucchi per ottenere il sussidio a sbafo

Dall’analisi delle istanze per l’ottenimento dell’indennità, inoltre, sono emerse diverse altre anomalie e trucchetti utilizzati per raggiungere lo scopo.

Come le difformità nell’indicazione sulla reale residenza e sul numero di componenti del nucleo familiare.

Tenuto conto che la norma consente che l’elargizione debba essere effettuata in base all’effettivo “reddito familiare” e non solo del singolo richiedente.

Da qui il caso della madre con il figlio, entrambi percettori di reddito di cittadinanza, che avevano dolosamente dichiarato di appartenere a due nuclei familiari distinti, benché nei fatti convivessero sotto lo stesso tetto.

O, ancora, del giovane che aveva fittiziamente modificato l’indirizzo di residenza in un’abitazione diversa, rivelatasi poi essere un vero e proprio rudere fatiscente e in stato di abbandono, privo di utenze e servizi. (fonte Ansa)