Nuoro: 23enne muore di ischemia. I genitori: “Intervento tardivo”. L’ospedale: “Tempestivo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Luglio 2017 - 14:41 OLTRE 6 MESI FA
Nuoro: 23enne muore di ischemia. I genitori: "Intervento tardivo". L'ospedale: "Tempestivo"

Nuoro: 23enne muore di ischemia. I genitori: “Intervento tardivo”. L’ospedale: “Tempestivo”

ROMA – Nuoro: 23enne muore all’ospedale di ischemia. I genitori denunciano: “Intervento tardivo”. Era arrivata al Pronto soccorso dell’ospedale San Francesco di Nuoro martedì notte in preda a un fortissimo mal di testa, poi le condizioni di salute di Francesca Debuggias, nuorese di 23 anni, sono peggiorate nel giro di tre ore, fino alla morte avvenuta nel pomeriggio seguente.

Francesca Debuggias è deceduta in Rianimazione con diagnosi di “morte cerebrale secondaria a ischemia”, rendono noto la Assl di Nuoro e l’Ats Sardegna, l’azienda unica regionale, da cui accertamenti emerge come i sanitari del Pronto Soccorso del San Francesco “abbiano operato con tempestività per prestare assistenza alla giovane, sottoponendola a tutti gli esami e trattamenti del caso”.

I genitori di Francesca ritengono invece che i medici abbiano aspettato troppo prima di intervenire: per questo hanno presentato denuncia ai carabinieri e sul decesso è stata aperta un’inchiesta. Diversa la ricostruzione dei vertici aziendali. “Dalla cartella clinica – precisa la Assl – emerge che la paziente giunge in Pronto Soccorso alle ore 2.52 del 20 luglio 2017; la prima visita, seguita da esami emato-chimici, viene effettuata alle ore 3.02. Sono seguiti gli esami diagnostici come la Tac e Angio tac; alle ore 6.15 è iniziata la trombolisi (terapia in grado di lisare un trombo formatosi all’interno del distretto arterioso dei vasi); alle 6.55 la paziente viene sottoposta a trattamento di disostruzione delle arterie cerebrali fino alle ore 9.33, dopodiché viene constatato che la paziente non risponde al trattamento ed entra in stato di coma”.

“La risposta – ribadisce l’azienda – è stata tempestiva e rispondente a tutti i criteri sanitari e deontologico”. L’Ats si dice pronta “a svolgere eventuali ulteriori approfondimenti, per fugare – ove ritenuto necessario – ogni altro possibile dubbio sulla vicenda”.