Gli mettono un pacemaker a 101 anni: è il suo primo intervento nella vita

"L'unicità della storia del paziente di 101 anni è data dall'ottimo stato di salute generale dell'anziano, che non presentava nessun'altra patologia e non assumeva alcuna terapia farmacologica", spiega il medico che l'ha operato.

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Aprile 2023 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA
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Foto Ansa

Pacemaker a 1o1 anni. Ed è il suo primo intervento chirurgico della sua vita. L’operazione si è svolta a Palermo nei giorni scorsi. Spiega Giuseppe Indellicati, specialista in cardiologia ed elettrofisiologia al Maria Eleonora Hospital. “Il signor G.C. si era rivolto al suo cardiologo di fiducia, perché ultimamente avvertiva un senso di debolezza inusuale e continui mancamenti”. 

Pacemaker a 101 anni

Prosegue il medico: “Un semplice elettrocardiogramma è bastato a far capire la causa dei continui svenimenti. Era infatti presente una severa anomalia della conduzione atrio-ventricolare, condizione piuttosto frequente negli anziani. Abbiamo così eseguito un impianto di pacemaker per ripristinare la corretta funzionalità elettrica del cuore”.

E’ stata la prima operazione chirurgica nella sua vita 

L’unicità della storia del paziente di 101 anni è data dall’ottimo stato di salute generale dell’anziano, che non presentava nessun’altra patologia e non assumeva alcuna terapia farmacologica. Questo intervento è stato infatti il primo della sua vita. La procedura di impianto non prevede una tecnica minimamente invasiva: si incide la cute sotto la clavicola e, grazie alla guida radioscopica, gli elettrodi, necessari per la trasmissione dell’impulso elettrico, vengono posizionati nel cuore attraverso una via venosa. Queste terminazioni elettriche vengono “testate” e poi collegate al pacemaker, una sorta di scatolina inserita sottocute accanto alla zona di incisione.

Dimesso dopo solo 24 ore

Il paziente, dopo 24 ore di osservazione per verificare il corretto funzionamento del dispositivo, ha lasciato l’ospedale in buone condizioni, pronto per riprendere le sue attività quotidiane. “Avevo dei giramenti di testa e mi sentivo affaticato, non mi sentivo più sicuro ad uscire da solo – racconta G.C. -. Sono un uomo ancora mentalmente attivo e lucido e sottopormi all’intervento mi sembrava un’opportunità per tornare a fare le cose che amo e alle quali ultimamente, a causa dell’eccessivo affaticamento, avevo dovuto rinunciare. Ora ho ripreso a fare la passeggiata quotidiana, vado a fare la spesa, mi incontro con gli amici al bar vicino a casa”. 

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